Facebook Ipo, Mark Zuckerberg potrebbe pagare 2 mld di $ di tasse


Dopo la quotazione in Borsa di Facebook, l'amministratore delegato del social network, il ventisettenne Mark Zuckerberg, rischia di pagare tasse per circa due miliardi di dollari. Secondo la documentazione presentata e successivamente aggiornata da Facebook in vista dello sbarco sui listini finanziari, Zuckerberg prevede di esercitare l'opzione per l'acquisto di 120 milioni di azioni a sei centesimi di dollaro, stabilita nel 2005 e valida fino al 2015. Facebook con i suoi 3200 dipendenti sul mercato secondario è già valutata 94 miliardi di dollari.

Nella documentazione si legge: "Le dimensioni della nostra base di utenti e il loro livello di impegno sono fondamentali per il nostro successo. Abbiamo avuto 845 milioni di utenti mensili attivi (Maus), al 31 dicembre 2011. La nostra performance finanziaria è stata e continuerà ad essere significativamente determinata dal nostro successo, attraverso la conservazione e il coinvolgimento degli utenti attivi. Ci aspettiamo che il nostro tasso di crescita attiva dell'utente diminuirà nel tempo come la dimensione della base dei nostri utenti attivi, e come avremo raggiunto alti tassi di penetrazione di mercato": 

"Nella misura in cui il nostro tasso di crescita utente rallenterà, la nostra performance di business sarà sempre più dipendente dalla nostra capacità di aumentare i livelli di coinvolgimento degli utenti nei mercati attuali e nuovi. Se le persone non percepiranno che i nostri prodotti saranno utili, affidabili e degni di fiducia, potremmo non essere in grado di attrarre o trattenere gli utenti o comunque mantenere o aumentare la frequenza e la durata del loro impegno".

"Un certo numero di altre società di social networking che hanno raggiunto presto popolarità da allora hanno visto il declino delle loro basi di utenti attivi o livelli di coinvolgimento, in alcuni casi precipitosamente. Non c'è alcuna garanzia che non si riscontri una simile erosione della nostra base utenti attivi o livelli di coinvolgimento. Una diminuzione della ritenzione di utenti, potrebbe rendere Facebook meno attraente per gli sviluppatori e gli inserzionisti, ed avere impatto negativo sul nostro fatturato, le imprese, le condizioni finanziarie e risultati delle operazioni".

Sette anni fa non era ancora chiaro quale sarebbe stato il destino del social network, anche se aveva avuto un rapido successo negli Stati Uniti con un milione di utenti già dal primo anno di vita. Nelle casse dell'Internal Revenue Service (IRS), equivalente dell'Agenzia delle entrate italiana, potrebbero quindi entrare 1,67 miliardi di dollari attraverso una tassazione fino al 35%. Inoltre, il numero uno di Facebook dovrà pagare le imposte sui redditi dello Stato della California, per quasi due miliardi di dollari.



Via: Il Sole 24 Ore

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