Analizzando i dati del recente eGovernment Benchmark Report, commissionato dall’Unione Europea all’interno della propria “Agenda Digitale”, l’Italia prosegue il proprio percorso di rinnovamento nell’ambito della pubblica amministrazione, registrando un notevole 99% relativo al numero di prestazioni “essenziali” rese disponibili nel biennio 2009-2010.
Il dato pone l'Italia, finalmente, all’altezza di Paesi tradizionalmente considerati più avanzati nel Vecchio Continente, quali Austria e Svezia. Dichiarazione dei redditi, ricerca di lavoro, registro automobilistico, atti di nascita e matrimonio servizi sanitari e appalti pubblico-imprenditoriali; queste sono solo alcune delle prestazioni che i cittadini e le imprese che vivono o operano in Italia possono richiedere attraverso dispositivi informatici.
La Comunità Europea, complice anche la crisi economica in atto, ha stabilito obiettivi importanti ed impegnativi da raggiungere entro il 2015. Per quella data, infatti, si punta ad innalzare il livello di usufruizione dei servizi di e-government all’80% delle imprese e al 50% dei cittadini europei. Il processo in atto si propone di diminuire i costi e gli sprechi della pubblica amministrazione riducendo, naturalmente, anche le formalità e le note lungaggini amministrative.
L’Europa dovrà affrontare questo cambiamento rispondendo in modo chiaro e preciso alle diverse problematiche che ostacolano lo sfruttamento massiccio delle risorse della pubblica amministrazione in Rete. E’ d’attualità il tema del “Divario Digitale”, relativo alla distanza di alcune fasce della popolazione da tutto ciò che concerne la realtà virtuale.
L’analfabetizzazione informatica, ancora forte in alcuni Paesi dell’Europa Orientale e Meridionale, è un problema spinoso. Aggiuntivamente a ciò vi è il tema della sicurezza; sarebbe improponibile, infatti, pensare di poter rendere disponibili certificati contenenti informazioni “sensibili” senza preoccuparsi che gli stessi siano criptati ed ininterpretabili ad occhi estranei.
Secondo le recenti dichiarazioni del commissario e vice Presidente della Commissione Europea Neelie Kroes, la digitalizzazione della pubblica amministrazione dovrà diventare una realtà imprescendibile nei prossimi 3 anni per più della metà dei cittadini e delle imprese europee, e qualsiasi ente amministrativo, dovrà necessariamente dotarsi di un Certificato SSL.
Questa tipologia di prodotti, applicata ai server che ospitano i sistemi di rilascio di certificati digitali, consentono di proteggere attivamente le informazioni in entrata ed uscita. I Certificati SSL, corredati da sistemi di autenticazione ad alto livello (ad esempio Trust Seals, tecnologia browser EV Green Bar, ecc.), tranquillizzano coloro i quali entrano in contatto con il proprio Comune, Provincia, Regione o Stato per ottenere documenti in formato digitale.
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