A pochi giorni dalla morte dei quattro alpini a Farah, esce in Italia Medal of Honor, uno sparatutto ambientato durante l'operazione Enduring Freedom del 2001. Come negli altri paesi in cui è già uscito, anche in Italia il videogioco è accompagnato da dure critiche: in Senato c'è addirittura chi ne chiede il divieto di vendita, per rispetto della memoria dei caduti. In Medal of Honor il giocatore può vestire i panni di tre diversi militari americani dei gruppi speciali, alle prese con una serie di missioni, costruite nel corso di 18 mesi con la consulenza di soldati in carne e ossa, sulle montagne, nei villaggi e nelle città dell'Afghanistan.
"E' una finzione storica", puntualizza Greg Goodrich, il produttore. "L'ambientazione è reale, non la vicenda che raccontiamo.". Precisazioni irrilevanti stando al coro di critiche. "Sconcertante e avvilente", lo definisce Augusto Di Stanislao, caporuppo IdV in Commissione Difesa. "Abbiamo appena finito di piangere quattro nostri soldati uccisi nell'agguato a Farah e ora avremo nei negozi il nuovo videogame che permetterà a tutti, bambini compresi, di scegliere di stare dalla parte delle forze occidentali o talebani.".
Il senatore, che chiede "il sequestro in tutta Italia del videogioco", si riferisce alla possibilità, prevista nella modalità online del gioco, di combattere vestendo i panni dei taliban. Un fatto che aveva provocato l'irritazione del Pentagono, che aveva vietato la vendita del gioco nelle basi americane. E così la Electronic Arts, l'editore, ha fatto marcia indietro e ora i talebani sono definiti "fazione opposta". "La serie di Medal of Honor ha sempre puntato all'autenticità e al rispetto per i soldati", continua Goodrich. "Raccontando il loro punto di vista in maniera onorevole. E' stato così per i passati capitoli, è così per questo. Cambia solo l'ambientazione, ma la filosofia di fondo è la medesima".
Fonte: La Repubblica
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