Gli italiani, e non soltanto i più giovani, non riescono più a vivere senza il loro social network di riferimento, in una "interrealtà" dove le emozioni non sono più soltanto virtuali ma neanche del tutto vere, e dove la community accompagna ogni passaggio della giornata, ogni fase della vita, amore, lavoro, nascite, morti, matrimoni, divorzi. Dando luogo a "processi di relazione inediti", in cui la grande spinta è quella di "poter finalmente raccontare se stessi" come scrive Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione all'università Cattolica di Milano, e autore del libro "I social network" edito dal Mulino, appena arrivato in libreria. L'Italia è la nazione al mondo che trascorre più tempo su Facebook, sei ore e 27 minuti al mese in connessione con amici vecchi e nuovi, contro le sei ore degli Stati Uniti e le 4 ore e dodici minuti ogni 4 settimane degli "utenti" francesi. Più che una moda Facebook sembra una dipendenza, un bisogno. "Uno degli elementi che salta agli occhi - dice Riva - è che se gli uomini sono numericamente più numerosi delle donne, sono poi le donne e le ragazze dai 15 ai 35 anni a passare più tempo in connessione, quelle che si aprono di più, raccontano di se stesse e dei loro sentimenti, diventando così anche i soggetti più vulnerabili del social network". Ci sono infatti più profili dei principali dei frequentatori di Facebook, ma due sono quelli dominanti. "C'è chi lo utilizza per mettersi in relazione - aggiunge Giuseppe Riva - per farsi conoscere, e chi invece ama guardare le vite degli altri, navigare senza mostrarsi, spiare esistenze e identità".
Fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/
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