Continuano a rincorrersi voci di una possibile chiusura del Canale di Suez. Ad alimentarli sono gli investitori interessati al traffico merci, anche a fronte del fatto che il sito internet www.suezcanal.gov.eg risulta ancora offline. Il Canale di Suez e' un punto chiave di transito per le spedizioni di petrolio e carburante dal Golfo Persico per l'emisfero occidentale, e una chiusura avrebbe un impatto economico rilevante:
le navi dovrebbero viaggiare intorno alla punta meridionale dell'Africa, con un sostanziale incremento dei costi, della capacita' di trasporto e dei tempi di consegna. Il canale ha una rilevanza strategica evidente, fin dalla sua apertura, avvenuta il 17 novembre 1869. Il tentativo di nazionalizzazione da parte del presidente egiziano Gamal Abdel Nasser nel 1956 porto' ad una grave crisi internazionale.
L'Egitto si oppose all'occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito ed Israele e la crisi si concluse quando l'Urss minaccio' di intervenire al fianco dell'Egitto e gli Stati Uniti, temendo l'allargamento del conflitto, costrinsero inglesi, francesi ed israeliani al ritiro.
Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra mondiale, Usa e Urss si accordarono per garantire la pace. Dopo la Guerra dei sei giorni, nel giugno 1967, il canale rimase chiuso fino al 5 giugno 1975. Una Forza di pace ONU staziona nella penisola del Sinai fin dal 1974. La situazione si e' normalizzata dopo il Trattato di pace tra Egitto e Israele (1979), che in cambio del riconoscimento di Israele ha restituito all'Egitto la penisola del Sinai e il pieno controllo del canale.
Via: Adnkronos
Foto: Google Maps
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