Via della sicurezza, il portale della sicurezza per chi cerca casa sul web


Ogni mese ottanta episodi di richiesta di caparra non dovuta, centocinquanta casi di false informazioni di vendita sull’immobile e, tutti i giorni, almeno una segnalazione di vendita non autorizzata. Ecco la punta dell’iceberg della nuova frontiera del crimine informatico evidenziata da un’analisi compiuta da Immobiliare.it, principale portale italiano del settore, che assieme alla Polizia Postale e delle Comunicazioni ha realizzato il sito Viadellasicurezza.it, per insegnare a difendersi da queste truffe agli oltre 4 milioni di italiani che, ogni mese, cercano casa online. Rispetto ai numeri effettivi di questo fenomeno occorre fare una precisazione: “I raggiri segnalati sono solo un terzo di quelli che chi truffa cerca di mettere in atto” afferma Carlo Giordano, Amministratore delegato di Gruppo Immobiliare.it, “questo sia perché molti vengono scoperti prima che possano causare danni, ma anche perché spesso chi cade nel tranello non denuncia l’accaduto per una forma di vergogna”. Nella sua analisi, Immobiliare.it ha descritto i casi più comuni di truffa; quella che, nell’ultimo periodo, sta diventando la più diffusa è la richiesta di cauzioni o caparre non dovute. Chi cerca di mettere in atto questa truffa, dopo aver pubblicato un falso annuncio molto appetibile (in media con un prezzo inferiore al 30% rispetto al valore di mercato), richiede al malcapitato che intende acquistare (o affittare) quella casa, l’invio di denaro per bloccare l’immobile, ovviamente tramite metodi non tracciabili e di conseguenza insicuri. Spesso il falso proponente si dichiara residente in un’altra nazione e chiede la caparra come garanzia del fatto che il potenziale acquirente si presenterà all’appuntamento e non gli farà fare il viaggio “a vuoto”. Una volta ricevuto il denaro, però, il truffatore sparisce nel nulla. Il danno economico per chi subisce questa truffa è spesso molto alto; in media 1.650 euro per chi cade nel tranello di un falso affitto e addirittura 2.500 euro se la finta inserzione è relativa ad una vendita. Questo tipo di frode risulta molto diffuso nei capoluoghi metropolitani ed è molto frequente anche nell’ambito delle case vacanza.

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