Il primo virus della storia nemico dei personal computer compie 25 anni


Sono passati venticinque anni da quando due fratelli pakistani inventarono il primo virus capace di infettare i computer con sistemi operativi Dos, e oggi la minaccia dei programmi `cattivi´ è più che mai attuale. Il programma inventato da Basit e Amjad Alvi nel gennaio del 1986 si chiamava Brain, e viaggiava infettando il settore boot, quello che dà il via ai programmi, dei dischetti. Mentre loro sostengono che non hanno mai avuto lo scopo di far male a nessuno, hanno comunque abbracciato Brain come un "dispositivo" che ha esposto la natura globale della pirateria informatica.

La loro azienda, Brain Net, è oggi il più grande provider di servizi Internet in Pakistan. I fratelli hanno sottolineato nelle interviste che hanno creato il virus solo per le copie illegali di software, mettendo i loro nomi, numeri di telefono e l'indirizzo del loro negozio nel codice del virus. Brain non era particolarmente pericoloso, al punto che i due fratelli, che hanno sempre ammesso di averlo creato per proteggere i propri programmi, avevano inserito nel programma anche il loro indirizzo e numero di telefono, poi preso d’assalto da chiamate da tutto il mondo.

Quando i fratelli crearono il virus, lavoravano in un negozio di computer a Lahore, Pakistan e hanno notato che tra i loro clienti circolavano copie illegali di software che avevano scritto. Così, hanno pensato a un modo unico per insegnare ai propri clienti una lezione, hanno creato il virus Brain. Brain fu pensato per colpire direttamente i floppy-disk, allora unità di archiviazione addirittura più utilizzata degli hard disk. Molti computer, infatti, non disponevano di un disco interno integrato, ma si avviavano proprio grazie a unità ottiche removibili. Il virus rimpiazzava il boot sector del floppy con una copia di se stesso.

Il codice dannoso, oltre a ridurre la capacità del disco a soli 7 kb, si caratterizzava per mostrare continuamente una frase:

Welcome to the Dungeon
(c) 1986 Basit & Amjad (pvt) Ltd.
BRAIN COMPUTER SERVICES
730 NIZAB BLOCK ALLAMA IQBAL TOWN
LAHORE-PAKISTAN
PHONE :430791,443248,280530.
Beware of this VIRUS....
Contact us for vaccination............ $#@%$@!!


che tradotto:

Benvenuti nel Dungeon
(C) 1986 Basit e Amjad (Pvt) Ltd.
BRAIN COMPUTER SERVICES
730 BLOCK Allama Iqbal NIZAB COMUNE
LAHORE PAKISTAN-
TELEFONO: 430791,443248,280530.
Attenzione a questo virus....
Contattateci per la vaccinazione............ $#@%$@!!

Non c'è mai stata alcuna azione legale, ma la risposta media è stata esplosiva, e persone da tutto il mondo hanno bloccato il telefono dei fratelli con le chiamate furiose. Tuttavia, nonostante tutto questo trambusto che il loro virus ha causato nel mondo, Brain non è mai stato male per il business dei fratelli. Nel 2011, 25 anni dopo il cervello è stato rilasciato, Mikko Hyppönen di F-Secure è recato in Pakistan per intervistare Amjad per un documentario. Essere ispirato da questo documentario e la sua popolarità, un gruppo di blogger pakistani ha intervistato Amjad, sotto la bandiera della Bloggerine.

Intanto oggi spopolano sul web i kit per sferrare attacchi informatici già `confezionati´, vere e proprie `cassette degli attrezzi´ a disposizione anche dei criminali comuni con scarsa competenza informatica. A rilevarlo un rapporto di Symantec, uno dei colossi della sicurezza informatica, secondo il quale questi `pacchetti´ per cyber criminali, esperti e non, sono una delle maggiori minacce della rete e generano un’economia sommersa di milioni di dollari. Secondo gli esperti, è proprio grazie a strumenti di questo tipo che sono stati lanciati i due terzi degli attacchi informatici individuati fra giugno 2009 e giugno 2010. 




Foto: Flickr

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