Dopo il violento attacco DDos subito da WordPress.com, la più grande piattaforma di blogging del mondo, condotto il 3 marzo 2010, emergono nuove informazioni sull’origine dell’attacco. È stato il fondatore di WordPress, Matt Mullenweg, a fornire una prima spiegazione dell’accaduto: il 98% degli attacchi degli ultimi giorni sono stati originati in gran parte dalla Cina, con una piccola percentuale proveniente da Giappone e Corea.
"WordPress.com è stato colpito con una nuova ondata di attentati (la quarta in due giorni) che ha causato problemi nuovamente. Questa volta siamo stati in grado di recuperare più rapidamente, e determinato anche uno degli obiettivi da un sito in lingua cinese che sembra essere anche bloccato su Baidu. La stragrande maggioranza degli attacchi provenivano dalla Cina (98%), misti un po' dal Giappone e dalla Corea", ha dichiarato Mullenweg a Techcrunch.
Secondo Mullenweg uno dei siti di destinazione è stato uno in lingua cinese su WordPress.com, che sembra anche essere bloccato su Baidu, il motore di ricerca più importante della Cina. Dapprima si è pensato ad un'attacco di matrice politica data l'enorme portata, ma poi ciò è stato smentito.
WordPress.com non sa esattamente perché il sito sia stato preso di mira. Mentre Mullenweg ha dichiarato che gli attacchi DDoS sono abbastanza comuni su WordPress.com, ma la sua la forza delle sue infrastrutture (distribuiti in tre data center in tre città) ne impedisce a chiunque di solito che se ne possa accorgere. I recenti attentati hanno avuto un impatto non solo siti di WordPress.com, ma su altri server nella stessa parte di rete che hanno causato frequenti interruzioni. WordPress.com sta collaborando con i fornitori per spostare gli attacchi a monte.
Mullenweg ha detto che "In questo momento ci sono enormi rischi asimmetrici su internet, perché ogni cattivo attore, per poche decine di migliaia di dollari, è l'equivalente online di uno sporco nuke e può portare anche i più grandi siti in ginocchio e a silenziare milioni di voci". WordPress.com non è l'unico che ha sofferto di recenti attacchi DDoS, una sfilza di siti in Corea del Sud hanno anche ricevuto un colpo durante lo stesso periodo. Le dichiarazioni di Mullenweg portano ora un po’ di luce sulle origini della vicenda, i cui contorni appaiono però ancora decisamente misteriosi e risulta ancora molto sentito il timore di nuovi attacchi e le loro eventuali ripercussioni.
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