Si chiama Netpupils, il primo baby-facebook italiano, ed è interamente realizzato dai bambini di sette scuole romane, ragazzini dai 9 ai 13-14 anni, dalla IV elementare alla III media, che ne hanno vietato l'accesso agli adulti. Gli iscritti sono già quasi duemila. E con la presentazione di ieri nell'ateneo di Roma Tre, dove sono saliti in cattedra i bambini per spiegare lo slogan «No a scuola di facebook ma il socialnetwork a scuola», i gruppi sono già 1.010 e sono destinati a moltiplicarsi. Anche quelli che fanno chiacchiere serie, come su Regoliamoci, che ha aderito al concorso indetto dall'associazione Libera contro la mafia.
E lieviterà pure la già corposa bacheca di foto. Oggi le immagini taggate sono 5 mila, 900 i video. La scuola capofila del progetto, nato su bando della Regione Lazio, è il 143 circolo didattico di Spinaceto. L'accesso al sito è severamente vietato ai grandi. «Su Netpupil noi adulti non possiamo entrare» conferma il prof. Carlo Felice Casula, della facoltà di Scienze della formazione. Tutti esclusi tranne il realizzatore del progetto Sysform, Maurizio Scarabotti, responsabile del progetto Netpupils, e alcuni docenti referenti delle scuole in rete. Ma anche i genitori devono darsi da fare.
«Per stare al passo con i figli anche gli adulti devono imparare ad usare le nuove tecnologie» conferma Irene Sarti, neuropsichiatra infantile. Il progetto per gli adulti è la rivista telematica Lascuolapossibile.it. Agostino Quadrino direttore della Garamond, ha invece parlato di ebook, che dal prossimo anno scolastico faranno parte dello zaino dei nostri figli, anche per alleggerirne il peso.
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