La Commissione francese per la protezione dei dati (Cnil) ha condannato Google a una multa di 100 mila euro per lo Street View, auto che circolano con una telecamera e che forniscono una panoramica delle strade, attraverso Google Maps e Google Earth, per aver 'violato' dati confidenziali di francesi. «È una multa record - spiega al quotidiano Le Parisien Yann Padova, responsabile della tutela della privacy in Francia - da quando abbiamo ottenuto nel 2004 il potere di imporre sanzioni».
In Europa il sevizio Street View di Google ha sollevato numerose accuse di violazione della privacy da quando è stato introdotto nel 2007. Data la gravità dei fatti e il rischio di violazione della privacy degli utenti del Wi-Fi, la Cnil ha messo in guardia la società, il 26 maggio 2010, a cessare tutti raccolta di dati e fornire una copia dei dati contenuti completi raccolti all'interno del territorio nazionale. Nel 2010 Google ha ammesso che le vetture utilizzate per scattare le fotografie a 360 gradi hanno sfruttato punti di accesso wifi.
Google ha registrato oltre ai dati tecnici (identificatori SIID e gli indirizzi MAC di access point Wi-Fi), grandi quantità di dati su individui, identificati o identificabili (dati di connessione a siti web, password, email, indirizzi di posta elettronica, compresi gli scambi e-mail che rivelano informazioni sensibili in merito all'orientamento sessuale o alla salute). Il caso rimane aperto ancora in Germania, dove era sorto e anche in Italia dove era scattata una denuncia e una conseguente indagine.
Google, spiega il garante per la privacy francese, nonostante la promessa di cancellare tutti i dati privati, ha continuato ad usare gli identificativi dei punti di accesso wifi all'insaputa dei titolari. A determinare la sanzione record, anche il fatto che si e' trattato di ''raccolta sleale'' di informazioni e che Google, sostiene ancora il regolatore, avrebbe ricevuto benefici economici dai dati raccolti. Infine, viene contestato a Google di respingere l'applicazione della legge francese al servizio Latitude, rifiutando di riferire al Cnil, nonostante due richieste in tal senso.
Via: Cnil
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