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Russia: Linux, Vladimir Putin apre le porte all'open source
Il Primo ministro Vladimir Putin ha firmato un'ordinanza che impone ai computer utilizzati dal governo e dalle amministrazioni locali russe di far girare software Open Source, e non più software proprietario. In altre parole, la Russia si muoverà verso sistemi operativi GNU/Linux abbandonando le varie versioni di Windows, prodotte dalla statunitense Microsoft e utilizzate finora dagli uffici governativi. L'emendamento, composto da 25 punti, apre le porte a soluzioni basate sul free software. Il piano di transizione partirà dal secondo trimestre del 2012 e dovrà terminare entro i 2015. L'impiego di software Open Source permetterà di risparmiare cifre considerevoli alla nazione russa, così come hanno già scelto di fare altre città di altri paesi (ad esempio, in Germania).
Il piano di migrazione si svolgerà in tre tappe. A fine 2011 dovrà essere pronto il progetto con i software Open Source pronti, che nel 2012 saranno introdotti in postazioni pilota. Sarà presente un server centrale dal quale tutti i computer statali dovranno scaricare i software sostitutivi, per completare il trasferimento ai nuovi sistemi nel 2014. I venticinque punti dell’emendamento sono disponibili online in lingua russa, ma traduzione effettuata da Google Translate permette di comprendere quelli che sono gli obiettivi prefissati. Questa è solo una delle iniziative della Russia in ambito tecnologico. Il governo russo, infatti, avrebbe in programma anche l'allestimento di un "repository" nazionale che fungerà da raccoglitore per il software opensource.
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