La Calabria, con la Sicilia, e' la regione d'Italia maggiormente esposta al rischio sismico. Le due regioni estreme rappresentano l'anello piu' debole di un territorio gia' fragile. Nel contempo viene ribadito il concetto che i terremoti non si possono prevedere con esattezza. A spiegarne le motivazioni all'AGI e' il presidente del consiglio nazionale dei geologi (Cngeolgi), Gian Vito Graziano.
La Calabria e la Sicilia sono schiacciate fra la placca africana e quella europea, entrambe in movimento continuo, che ogni anno si "avvicinano" ad una velocita' relativamente elevata, pari - si legge sui manuali - a sette millimetri l'anno. Questo movimento genera faglie, vere e proprie fratture nel sottosuolo, che sono all'origine di terremoti. I terremoti di queste ore sono piuttosto superficiali.
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"Il fenomeno - spiega lo studioso - riguarda tutta la dorsale appennica, dall'arco peloritano alla pianura padana, come ha dimostrato il terremoto dell'Emilia. Si tratta di un vero e proprio sistema di faglie sismogenetiche, che sprigionano energia - aggiunge - e dunque generano i terremoti. Sicilia e Calabria, per la loro posizione, hanno una maggiore probabilita' di essere investite da eventi sismici".
Graziano ribadisce un concetto su cui molto si e' discusso in questi giorni: i terremoti non sono prevedibili. L'unica difesa e' la prevenzione attraverso l'adeguamento sismico dei fabbricati. "Penso - dice - all'ospedale di Mormanno che e' stato evacuato per un terremoto del 5° grado della scala Richter e che dovrebbe essere in grado di resistere a scosse dell'ottavo grado". I pazienti del nosocomio erano stati portati in strada per sicurezza.
Dopo il terremoto dell’1:05 di magnitudo 5.0, i turnisti della Sala Sismica INGV hanno localizzato circa 170 repliche. Si sono verificati 135 eventi di magnitudo inferiore a 2.0, 33 terremoti di magnitudo tra 2.0 e 3.0, 1 di magnitudo tra 3.0 e 4.0, l’evento di M3.3, avvenuto alle 01:16 (Iside, http://iside.rm.ingv.it). La distribuzione di questi terremoti continua ad essere prevalentemente concentrata nel settore occidentale della regione, dove è avvenuta la maggior parte dei terremoti negli ultimi mesi.
Il recente terremoto nell'area del Pollino è avvenuto con un meccanismo di tipo distensivo e i movimenti della faglia coinvolta sono generati dalla spinta della placca Nordafricana verso quella Euroasiatica. ''Il meccanismo e' molto complesso e caratteristico dell'area'' ha spiegato Antonio Piersanti, direttore della sezione sismologia e tettonofisica dell'Ingv. Questo video fornisce alcune informazioni sulle faglie attive nell’area.
Via: INGV
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