Hacktivist del gruppo Anonymous Italia hanno diffuso su Internet alcune migliaia di documenti che dicono di aver prelevato da server e portali riservati della polizia di Stato, da intercettazioni su manifestazioni No-Tav e numeri di cellulari riservati, a email personali e attività sotto copertura. Nella rivendicazione chiedono il codice ben visibile sulle divise e forze dell'ordine senza armi durante le manifestazioni.
"Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro". Inizia così la rivendicazione di Anonymus. "Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav; varie circolari ma anche numerose mail, alcune delle quali dimostrano la vostra disonestà (per esempio una comunicazione in cui vi viene spiegato come appropriarvi dell’arma sequestrata ad un uomo straniero senza incorrere nel reato di ricettazione). Il livello di sicurezza dei vostri sistemi, al contrario di quanto pensassimo, è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta. Is there any problem, Officer?".
A suggello del blitz, gli hacker di Anonymous hanno pubblicato un manifesto satirico con tanto di vignetta e slogan provocatorio: "Polizia battuta e scoperta". I documenti sono stati diffusi in una serie di cartelle, pubblicati anche sul sito Paranoia (www.par-anoia.net) e altri indirizzi web. Riguardano questure di varie città e uffici nazionali, e coprono un arco temporale di diversi anni, dal 1998 almeno a pochi giorni fa.
Come scrive Reuters, tra i file interni - adesso accessibili per chiunque - vi sarebbero anche le buste-paga degli agenti. E mentre continuano gli accertamenti, da parte della Polizia postale, fonti del Dipartimento di PS sottolineano all'Adnkronos che ''al momento non risulta alcuna violazione del server della Polizia. Sono stati invece registrati indebiti accessi a diverse email personali di operatori delle forze di Polizia''.
Non è la prima volta che gli hacker di Anonymous Italia compiono attacchi hacker contro le forze dell'ordine. Nel luglio del 2011 gli attivisti annunciarono di essersi impadroniti di file dell'agenzia anticrimine italiana su diverse organizzazioni internazionali, per un totale di oltre 8 gigabyte, archiviati sui server del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).
Fonte: Reuters
Via: Adnkronos
Fonte: Reuters
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