Il Consiglio dei Ministri ha approvato il pacchetto sicurezza che prevede, tra le altre norme, la liberalizzazione dei collegamenti WiFi dal primo gennaio 2011 e l'introduzione della carta d'identità elettronica, con relativa schedatura attraverso le impronte digitali di ogni cittadino italiano. Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha spiegato il via libera alla norma sull'accesso alla banda larga. Ricordando le limitazioni introdotte nel 2005 dal decreto Pisanu, il titolare del Viminale ha spiegato che sono state fatte delle valutazioni "per contemperare l'esigenza della libera diffusione e quella della sicurezza". Un via libera salutato con soddisfazione dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Che spiega come "all'indomani dell'11 settembre apparisse necessario intervenire con rigore e rapidità per contrastare anche online le pressanti minacce del terrorismo internazionale". "Tuttavia le norme in questione - prosegue il ministro Meloni - avevano purtroppo da tempo mostrato la propria inefficacia: erano troppo facilmente aggirabili, e frapponevano ostacoli inutilmente proibitivi ai locali pubblici che volevano offrire servizi di connessione wi-fi".
Arriva inoltre la carta di identità elettronica anche per i neonati. "Abbiamo posto fine alla sperimentazione della carta d'identità elettronica e che andava avanti da 10 anni e che ha comportato una spesa di 300 milioni di euro. Apriamo un capitolo nuovo - ha detto Maroni - e cioè l'introduzione della carta d'identità come documento di sicurezza per tutti a costo zero a partire da quando si è neonati". "Attraverso la registrazione delle impronte digitali nei Comuni - ha continuato il ministro - speriamo di arrivare anche prima della fine della legislatura all'utilizzo completo di questo nuovo strumento. Il nostro obiettivo resta quello di poter utilizzare questo documento per il voto elettronico". Ma la decisione di non prorogare la validità delle norme del decreto ''Wifi/Pisanu'', votata nel Consiglio dei Ministri di stamani trova cauto il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso. "Credo - spiega il magistrato - che ci si debba rendere conto che dietro questi internet point e queste reti wi-fi ci si possa nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili. Si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi". Il procuratore Grasso avverte sui rischi del “venir meno del decreto 'Pisanu' che stabiliva le regole precise per l'identificazione di coloro che usano le reti internet".
Via: http://www.adnkronos.com/
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