Corte suprema respinge il nuovo ricorso di Assange contro estradizione


La Corte Suprema britannica ha respinto il secondo ricorso di Julian Assange per riaprire l'esame del suo appello contro l'estradizione in Svezia. La più alta istanza della giustizia inglese ha accordato ad Assange un rinvio di 14 giorni per l'esecuzione dell'estradizione, tempo che permetterà all'australiano di perorare la propria causa con un ultimo ricorso davanti alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo.

In un comunicato ufficiale, la Corte Suprema ha affermato che "tutti e sette i giudici si sono trovati d'accordo sul fatto che il ricorso" presentato dalla difesa di Assange "è privo di merito". "La Corte - prosegue il documento - dispone che il periodo per l'estradizione non abbia inizio prima del 14mo giorno a partire da oggi".

La sentenza significa che Assange ha esaurito tutte le opzioni legali a sua disposizione all'interno del sistema giudiziario britannico nei suoi sforzi per evitare l'estradizione in Svezia. Il procuratore Claes Borgström, che rappresenta le donne che hanno accusato Assange di violenza sessuale e stupro ha detto che è ora ci sono poche possibilità per il fondatore di Wikileaks.

La decisione del tribunale arriva in risposta ad una mossa molto insolita in cui gli avvocati di Assange hanno chiesto al tribunale di riaprire il suo appello. Dopo il giudizio di primo grado e quello di appello, la Corte Suprema di Londra aveva respinto a fine maggio il primo ricorso di Assange, ritenendo valida la richiesta della magistratura svedese.

Ma il capo del team difensivo, Dinah Rose, aveva individuato un possibile errore tecnico: i giudici avevano in parte basato la loro decisione sulla definizione di "autorità giudiziaria" data dalla Convenzione di Vienna, "ma questo aspetto - aveva osservato l'avvocatessa - non è mai stato discusso nella precedente udienza", come dovrebbe invece essere per dare alle parti l'opportunità di presentare obiezioni.

La Corte Suprema aveva quindi concesso alla difesa due settimane di tempo per presentare il nuovo ricorso basato sul cavillo procedurale. Fosse stato accolto, il secondo ricorso avrebbe determinato la ripetizione del processo. Non è andata così, ma Assange ha comunque guadagnato tempo per puntare alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo.




Fonte: La Repubblica
Via: The Local
Foto: Stefan Wermuth

Nessun commento:

Posta un commento