Attacco al blog di Grillo: Anonymous rivendica ma comico li scagiona


Il sito di Beppe Grillo è rimasto inaccessibile da alcune ore. Secondo la voce circolata nel pomeriggio di ieri, Anonymous avrebbe bloccato il blog di Beppe Grillo. Ma in serata è stato il comico stesso a lanciare il suo ‘sos’ via Facebook e Twitter, precisando che “l’attacco non è opera di Anonymous”. Per questo, ha proseguito il blogger, “chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito”.

Nel pomeriggio però sul blog di Anonymous Italia si leggeva che l’attacco sarebbe durato fino a “stasera”. “Anonymous oggi ha deciso di regalarti un pò della sua attenzione - avevano scritto gli hacker nel post (rimosso), rivolgendosi a Grillo -. Il semplice fatto che l’accesso alle tue liste sia proibito agli stranieri, che tu sia un populista che cerca di raccogliere consensi senza arte né parte e che per più volte (come da foto) ha magistralmente eseguito il saluto romano al tuo seguito e ai media, sostenendo la politica di repressione fascista, basterebbe per giustificare il perché di tanto accanimento. Sfortunatamente altri motivi ci spingono a schierarci contro di te (e sia chiaro, non contro i poveri ignari che credono a tutto ciò che dici prendendolo per oro colato, ergo il tuo movimento)”.


“Il fatto che sostieni la medicina alternativa, chiamata “nuova medicina” dai presunti medici che la praticano, e approvi iniezioni di bicarbonato di sodio in perfusione endovenosa per liberare il corpo dai ‘funghi che provocano il cancro’ ha creato taciti consensi che han causato persino morti - sostengono gli Anonymous - Tralasciamo inoltre la devastazione della barriera corallina indotta dalla miseria che è la tua barca e i tuoi inutili tentativi di riparare al danno proponendone la ricostruzione (come se l’equilibrio ambientale fosse rimpiazzabile)”.

L’ultimo “capo d’accusa”, infine: “Il caso più deplorevole riteniamo che tu lo abbia raggiunto con la scomparsa del microscopio elettronico (per cui hai contribuito nella raccolta fondi ai tuoi comizi) che serviva ai ricercatori per dimostrare che il plasma utilizzato negli inceneritori di ultima generazione è peggiore ai metodi precedenti, poiché in grado di produrre nanoparticelle che, per via aerobica quanto per contatto penetrando dall’epidermide, ricerche da prima che hai sostenuto quali veritiere, ma che poi hai tacciato non solo di esser state copiate, ma persino di essere sbagliate, sottraendo il microscopio che (preventivamente) avevi fatto intestare ad una Onlus ai ricercatori, impedendo così il loro lavoro”.

Gli hacker arrivano poi al messaggio principale: “Ci chiediamo, in verità, perché non liberi il movimento dal tuo nome”. E ancora: “Ti ringraziamo per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente), ma da bravo cittadino, con la massima deferenza, dovresti dare le chiavi del tuo movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne”.


Beppe Grillo non crede che l’attacco sia però stato eseguito dagli Anonymous. E ne parla su Google+, dove anzi chiede aiuto proprio agli hacktivisti: "L'attacco contro www.beppegrillo.it NON è opera di Anonymous. Chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito. Beppe Grillo". Anche sull'account Twitter di Anonymous Italia e sulla pagina Facebook di Beppe Grillo si può leggere che l'attacco non è partito dall'organizzazione internazionale di hacker. In particolare, @anonita fornisce una spiegazione dell'accaduto.

L'azione contro il blog del comico avrebbe però provocato una spaccatura nel gruppo di hacker. Il gesto è "contro uno dei principi che ci siamo posti all'inizio di questa avventura con i gruppi internazionali, cioè non attaccare media/blog", spiega uno dei cyberattivisti. "Di conseguenza chi l'ha fatto non ha rispettato questa regola condivisa comunemente e ha solamente rovinato la reputazione di qualcosa più grande e profondo di un semplice attacco Ddos".


Fonte: Il Fatto Quotidiano
Via: Tg com

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