In Italia primo trapianto di staminali cerebrali umane su paziente con Sla


Per la prima volta al mondo sono state trapiantate in un uomo colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) cellule staminali del cervello prelevate da un feto morto per cause naturali. L'intervento è stato eseguito in Italia, dal gruppo coordinato da Angelo Vescovi, direttore dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, a San Giovanni Rotondo (Foggia) e, per la parte neurologica, da Letizia Mazzini, responsabile del Centro Sla dell'ospedale Maggiore della Carità, a Novara.

L'intervento è stato eseguito dal gruppo di Neurochirurgia diretto da Sandro Carletti, coadiuvato da Cesare Giorgi e Nicholas Boulis, della statunitense Emory University di Atlanta. La sperimentazione è finanziata dall'Associazione Neurothon e dalla Fondazione Cellule Staminali. Grazie ad una tecnica tutta italiana, messa a punto nel 1996 da Vescovi, professore di biologia cellulare all’Università Bicocca di Milano, il trapianto è scevre da qualunque problematica etica, utilizzando una procedura analoga a quella della donazione volontaria di organi negli individui adulti.

Il paziente dell’età di 31 anni, ha ricevuto tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare, ciascuna di un volume di 15 millesimi di millilitro, che contenevano in totale poco meno di 2 milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali. Le cellule staminali sono state trapiantate in prossimità delle cellule nervose chiamate motoneuroni, che nella Sla muoiono gradualmente, paralizzando progressivamente i muscoli, fino a causare la morte del paziente. Si spera che questo possa rallentare la morte dei motoneuroni e quindi la malattia.

Il paziente si è risvegliato dal trapianto in buone condizioni e respira in modo autonomo. E' uno studio di fase 1, ossia che valuta la sicurezza delle procedure di trapianto e dell’innocuità delle cellule. Non si tratta, quindi, di una cura per la Sla. La condizione clinica dei pazienti assoggettati a trapianto sarà monitorata nei mesi e anni a seguire documentando l’evoluzione della malattia. Ulteriore e generoso supporto è stato fornito dall’Associazione Pro Roberto Onlus di Gavoi (Nuoro), dalla Fondazione Stefano Borgonovo (Milano) e dalla Fondazione Milan A.C.

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