Algoritmo per scoprire fonte di crimini, epidemie e bufale sui social media


Le false notizie in circolazione sui social media sono destinate ad avere vita breve, così come i virus, lo spam e le attività illegali sempre più numerose sulla Rete. Questo grazie ad un algoritmo messo a punto dai ricercatori del Politecnico di Losanna, che in un articolo su Physical Review Letters spiegano come la matematica possa essere usata come un'arma anche nel mondo reale per arginare un'epidemia o per fronteggiare un attacco terroristico. Questo algoritmo non è nato dunque per smascherare l'autore di pettegolezzi e bufale su Facebook o Twitter.


Gli epidemiologi si trovano spesso di fronte alla necessità di risalire alla fonte di una malattia, con pochissime informazioni su chi ne è affetto e chi no. I modelli matematici, utilizzati fino ad ora, richiedono normalmente un set di dati completo, ma con uno speciale algoritmo è possibile ottenere tale scrematura con pochissimi dati. Il software utilizza lo stesso principio usato per localizzare la posizione di un cellulare attraverso le antenne. Il ricercatore di Losanna è riuscito a rintracciare, in pochissimi passaggi, il piccolo villaggio dove nel 2000 cominciò un’epidemia di colera che si diffuse in tutto il Sud Africa.

L'algoritmo può essere usato per qualsiasi tipo di relazione di dati ed essere molto utile ai governi per scovare le cellule terroristiche. Questo metodo matematico è risultato utile anche nella lotta al terrorismo, riuscendo a identificare uno degli ideatori dell’attacco dell'11 settembre analizzando alcune telefonate scambiate nella rete dei terroristi e pubblicate poi sui giornali. Ma, nonostante gli sforzi del ricercatore fossero destinati alle cause più nobili, la notizia dell'algoritmo è subito diventata importante per i più curiosi dei social network.

"Grazie al nostro metodo, è possibile rintracciare la fonte di tutto ciò che circola in un network solo 'ascoltando' un numero limitato di membri di questa rete", spiega Pedro Pinto, ricercatore dell'Audiovisual Communication Laboratory, EPFL. "L'agoritmo può ricostruire il percorso dell'informazione fino alla fonte" aggiunge Pinto. Allo stesso modo questo metodo può essere usato per identificare l'origine dei messaggi di spam o dei virus informatici.


Via: La Stampa

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