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E' un'attivita' senza sosta quella che vede impegnati, da mesi, gli uomini della Questura di Bergamo per dare un volto all'assassino di Yara Gambirasio, la 13enne trovata morta il 26 febbraio scorso a Chignolo d'isola, a tre mesi esatti dalla scomparsa. ''Sono centinaia gli interrogatori fatti negli ultimi'', dice un inquirente, mentre sono diversi i cellulari che 'copiano' il percorso fatto dal cellulare della vittima il giorno della scomparsa. Anche attraverso le tratte 'virtuali' i poliziotti stanno cercando di fare uno screening dei possibili sospetti. Alla luce di questo spostamento, gli inquirenti stanno confrontando i telefonini che, nel tardo pomeriggio di quel 26 novembre, si sono agganciati alla cella di Brembate e a quella di Chignolo, senza dimenticare le circa 15 antenne che si trovano lungo il percorso. ''E' un lavoro lungo - spiega - anche perche' in quella zona, al confine tra i comuni di Brembate, Madone e Chignolo d'Isola, c'e' una concentrazione di 'celle' telefoniche che complica il lavoro''. Gli inquirenti, pero', sembrano ottimisti e non dimenticano i metodi di indagine tradizionali. ''Stiamo continuando ad ascoltare persone, al momento non c'e' nessun indagato''. Il cerchio sul colpevole sembra restringersi e la pista della palestra appare una delle piu' battute.
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