Agcom, entro luglio 2013 costi terminazione per tutti a 0,98 centesimi


Taglio drastico in linea con le indicazioni europee e stop alle asimmetrie già da luglio 2013, con quasi due anni di anticipo rispetto al precedente termine del 2015. Sono le decisioni prese dall’Autorità per le comunicazioni sulle tariffe di terminazione mobile, quelle in pratica che gli operatori fissi devono pagare ai mobili per far arrivare le telefonate sui cellulari. 

L’Agcom ha risposto così al pressing arrivato in più fasi da Bruxelles, dove la Commissaria per l’agenda digitale Neelie Kroes non ha mai mancato di sottolineare i ritardi italiani di fronte a tariffe ancora tra le più alte del vecchio continente. Entro luglio 2013, dunque, le tariffe scenderanno per tutti gli operatori a 0,98 centesimi, cancellando le asimmetrie esistenti a favore di H3G, considerato finora un nuovo entrante nel mercato. 

In dettaglio il percorso di riduzione prevede per i tre principali operatori - Tim, Vodafone e Wind - tariffe di 2,50 centesimi di euro al minuto dal primo luglio 2012, 1,50 centesimi dal primo gennaio 2013 e 0,98 centesimi dal primo luglio 2013. Per H3G le tariffe sono fissate invece in 3,50 centesimi dal primo luglio 2012, 1,70 centesimi dal primo gennaio 2013 e 0,98 centesimi dal primo luglio 2013. 

La decisione di applicare la riduzione delle tariffe di terminazione a partire dal mese di luglio rispecchia, a quanto si apprende, la prassi consolidata seguita anche in passato dall’Autorità, coerente con la disponibilità delle frequenze. 

Le nuove tariffe, sottolinea l’Agcom evidenziando di avere tenuto “in massima considerazione” il parere della Commissione europea, “collocano il nostro Paese in linea con quelli più virtuosi, cioé Francia e Inghilterra, e a un livello significativamente inferiore a quelli di altri grandi partner comunitari”. Una netta inversione di rotta visto che, in base ai dati di Bruxelles, l’Italia era fino a oggi uno dei Paesi Ue con le tariffe più elevate, dopo Lussemburgo, Malta, Belgio e Bulgaria.

Fonte: Primaonline (ANSA)

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