Ad oggi, non ci sono prove certe sul fatto che l’uso dei cellulari sia in qualche modo collegato all’insorgenza del cancro, tuttavia "non si può escludere l’esistenza di causalità" tra esposizione da cellulari e tumori "quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare". Il nuovo monito arriva dal Consiglio superiore di sanità (Css) che, in un parere, invita ad applicare soprattutto per i bambini "il principio di precauzione, che significa anche l’educazione ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessità, del cellulare".
Un tema dibattuto ormai da anni, con opinioni contrastanti. Ed è del maggio scorso l’ultimo allerta dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms): Le radiofrequenze da cellulare "potrebbero causare il cancro", ha avvertito un gruppo di 34 esperti dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms, definendo i campi elettromagnetici come "possibly carcinogenic".
Un annuncio che inevitabilmente ha riaperto il dibattito lungo 20 anni sulla sicurezza della telefonia mobile per la salute umana. Oggi si contano 5 miliardi di telefonini in tutto il mondo, solo in Italia quasi due a testa, pari a circa 100 milioni di cellulari. Ma i produttori, che assicurano il finanziamento di studi indipendenti per conoscere l’effettivo pericolo, sostengono che la classificazione fissa il rischio ad un terzo livello su una scala di 5, un livello che "contiene altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè".
Certo è che, come afferma il Css, i rischi per la salute da un "uso smodato" non possono essere esclusi. E tanto basta per far prevalere un principio di precauzione, soprattutto se si tratta di bambini. I pediatri, a questo proposito, non hanno dubbi: i bambini evitino di usare il cellulare (ormai nelle tasche di 6 piccoli su 10), e se l’uso non può essere evitato "lo utilizzino il meno possibile, con l’auricolare e preferendo quelli a bassa emissione".
Le incertezze infatti sono ancora tante: gli standard di sicurezza, ad esempio, sono stati elaborati con riferimento agli adulti, e va anche considerato che l’organismo dei bambini è più sensibile e il loro cervello ha una maggiore suscettibilità. La situazione preoccupa la presidente del Movimento italiano genitori (Moige) Maria Rita Munizzi, che la definisce "seria e pericolosa": "Per questo - afferma - chiediamo con urgenza l’intervento del Ministro della Salute Renato Balduzzi, affinchè‚ sia fatta chiarezza sulla questione".
Ed invita alla prudenza anche l’oncologo Umberto Tirelli: "I legami tra telefonini e tumori sono deboli, come dimostrato da tutti i numerosi studi fatti negli ultimi dieci anni" ma "nel frattempo, considerando che i telefonini sono presenti da solo 25 anni sul mercato e che non si può prevedere cosa succederà dopo 50 anni di esposizione, è meglio usare - avverte - una politica di precauzione, ovvero limitare l’uso del telefonino ai ragazzi e proibirlo ai bambini, auspicando per gli adulti l’uso dell’auricolare nell’attesa di ulteriori studi".
Via: La Stampa
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