“Ci mancava solo questa: Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici. Ogni famiglia dovrà pagare una tassa su ogni animale domestico in quanto il signor Monti li definisce beni di lusso, non beni affettivi. La ringraziamo, professor Monti, perchè in questo modo, lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non può permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile. Copia e incolla”.
Questo è il testo della nuova catena di Sant’Antonio che ha fatto il giro del Web tramite Facebook e che subito ha suscitato non poche polemiche. Gli articoli pubblicati sulla rete riguardanti la notizia sono ormai moltissimi, ma in realtà si tratta di una bufala, che non riporta nessun riferimento attendibile. «A quanto mi risulta, al momento non c’è alcuna “legge sugli animali domestici” emanata o ipotizzata dal governo Monti», così scrive sul suo blog Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale all’interno del Web.
Il giornalista, come anche altri siti internet, tra i quali Protezione Account, ha ipotizzato che tutta la questione sia nata da un’interpretazione erronea di un articolo del Corriere scritto l’ottobre scorso, nel quale Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari, segnalava che «tra le sette categorie del nuovo redditometro sperimentale presentato all’Agenzia delle Entrate comparirebbero le spese veterinarie per gli animali una volta detti da compagnia e che oggi si preferisce chiamare d’affezione». Condividere sul Web notizie del genere, prive di fonti attendibili, non fa altro che suscitare rabbia nei confronti della classe politica.
Via: Il Secolo XIX
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