Fotografate le stelle di Andromeda nella fase iniziale della formazione


Sono state catturate le prime immagini ai raggi X e all'infrarosso delle stelle che si stanno formando adesso nella galassia di Andromeda, la più vicina alla Terra, dai satelliti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Herschel e Xmm-Newton. Nelle immagini inviate a Terra dal satellite Herschel le centinaia di miliardi di stelle di Andromeda appaiono molto brillanti e, soprattutto, risultano essere molto più numerose di quanto si immaginasse. 

Nelle nubi di polveri fredde si trovano veri e propri incubatori di stelle in formazione, spie di un processo che potrebbe durare centinaia di milioni di anni. Tanto è il tempo necessario prima che una stella raggiunga un'intensità tale da renderla visibile ai tradizionali telescopi. Per la prima volta, inoltre, le immagini del telescopio Herschel mostrano che le polveri della galassia sono organizzate in almeno cinque anelli concentrici. 

La nebulosa del Granchio è quello che resta dell'esplosione di una stella osservata nel 1054 dagli astronomi cinesi. Al centro ha una pulsar che trasferisce energia al gas della parte interna attraverso un vento fatto di onde elettromagnetiche e particelle: un "respiro" che finora è sempre stato molto regolare. Improvvisamente, però, i satelliti AGILE e FERMI hanno osservato che il flusso di particelle prodotte da questo acceleratore naturale era più che raddoppiato, accelerando fino ad energie superiori al milione di miliardi di volte rispetto alla radiazione emessa dalle stelle ordinarie. 

E' un profondo "respiro" che farà riscrivere i libri di astrofisica, aprendo scenari del tutto inaspettati. Il FERMI è stato realizzato dalla NASA con un contributo italiano di assoluto rilievo, coordinato e finanziato dall'ASI in collaborazione con  l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e  l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). 

Le PMI G&A Engineering, Mipot, Plyform e Centrotecnica, con alcune facility Thales Alenia Space, e la comunità scientifica nazionale, INFN ed INAF in primis, grazie all'esperienza acquisita negli anni passati e culminata con la messa in orbita il 23 aprile 2007 del satellite tutto italiano AGILE, hanno infatti costruito il cuore dello strumento principale a bordo del satellite, il Large Area Telescope (LAT)  partecipano all'attività scientifica e forniscono supporto per l'archiviazione, l'analisi e la distribuzione dei dati attraverso l'ASI Science Data Center.


Via: ANSA
Foto credit: ESA

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