Germania, hacker scoprono un trojan di Stato per spiare i cittadini


Una pronuncia della Corte Suprema tedesca, nel 2008, aveva dichiarato illegale l'uso di Internet come strumento di spionaggio da parte delle autorità federali e statali, tranne che in casi limite dove è in gioco la vita di qualche cittadino. 

Ma non è evidentemente bastata se, tre anni dopo, il problema dei virus di Stato che sorvegliano i Pc in Germania, si ripresenta più grave che mai. Gli esperti del Chaos Computer Club (Ccc), rinomato gruppo di hacker con sede a Berlino, hanno rivelato infatti di aver scoperto nei giorni scorsi, all'intero di alcuni dischi rigidi provenienti da vari Stati tedeschi, la presenza di un programma trojan in grado di monitorare qualsiasi mossa compiuta dall'utente al Pc, dai siti visitati ai documenti salvati, alle chiamate fatte con Skype, e di attivare in remoto microfono e webcam dell'apparecchio, in modo da registrare anche video e audio. 

Il livello di sofisticatezza del programma e il fatto che qualcosa di simile fosse già stato sperimentato in passato dalle forze dell'ordine, ha fatto subito pensare a un malware di Stato. Il ministro degli interni della Baviera, Joachim Herrmann ha ammesso che le forze di polizia dello Stato tedesco adoperano un programma simile dal 2009, però, a suo dire, sempre restando nei limiti della legalità e della Costituzione. 

Altri tre Stati, il Baden-Württemberg, il Brandeburgo e la Bassa Sassonia hanno dichiarato oggi di servirsi dei trojan per investigare casi specifici. Il ministro della Giustizia del governo federale, Sabine Leutheusser-Schnarrenberge, ha richiesto l'apertura di indagini sia federali che statali su quanto scoperto dal Chaos Computer Club. 

Ad aggravare la situazione, c'è il fatto che il trojan utilizzato dalla polizia sarebbe, oltre a tutto, realizzato piuttosto male. Difetti sia progettuali che di implementazione farebbero sì, sempre secondo quanto riportato dagli hacker del Ccc, che il malware potrebbe essere sfruttato da qualche pirata informatico per impossessarsi del computer degli utenti e al limite, per attaccare, procedendo a ritroso, perfino i server delle autorità di polizia a cui il virus trasmette i dati rubati dai computer dei cittadini.

Fonte: La Stampa

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