Qualche mese fa fece discutere la scoperta di due informatici britannici che avevano individuato nell'iPhone un file che registrava i movimenti dei proprietari. Adesso, sotto la lente, ci sarebbero altri smartphone, tra cui quelli che montano il sistema operativo Android. Secondo un giovane programmatore americano, infatti, sarebbe agganciato a milioni di dispositivi un software prodotto dalla Carrier Iq in grado di registrare segretamente non solo la locazione geografica del terminale, ma anche la pressione dei tasti e persino i messaggi ricevuti dagli utenti.
La notizia fa discutere negli Stati Uniti e il Garante della Privacy italiano ha avviato un'istruttoria per verificare eventuali ripercussioni nel nostro Paese. La scoperta e' di Trevor Eckhart, 25 anni, americano, uno sviluppatore di app per Android, la cui storia e' raccontata dal sito theregister.co.uk ma che sta facendo il giro di blog e portali d'informazione. Lo sviluppatore sostiene che il software prodotto dalla Carrier Iq sarebbe agganciato non solo alla maggior parte dei telefoni Android, ma che sarebbe incluso anche negli smartphone BlackBerry e Nokia.
Echkart ha postato su YouTube un video lungo 17 minuti in cui dimostra come funziona il software su diversi modelli di smartphone e fa vedere praticamente come Carrier Iq raccoglie informazioni: oltre alla posizione dei dispositivi, traccerebbe i messaggi di testo ed una serie di dati scambiati anche attraverso connessioni sicure. Queste modalita' di registrazione dei dati hanno portato Eckhart a definire il software 'rootkit', cioe' un programma che viene eseguito senza che l'utente possa venirne a conoscenza, definizione che ha causato una forte reazione da parte della societa' produttrice.
Carrier Iq ha respinto le accuse la mittente sostenendo, infatti, che il suo software non e' illecito ma che e' inserito in piu' di 140 milioni di smartphone di ogni marca per diagnosticare problemi di performance. Inoltre, dopo la diffusione della notizia da parte di Echkart, la Carrier Iq ha intimato allo sviluppatore di togliere il video per poi ritrattare quando e' intervenuta l'Electronic Frontier Foundation, l'organizzazione americana non profit che tutela i diritti digitali. La vicenda ha scatenato negli Stati Uniti una polemica che riporta al centro dell'attenzione il problema della privacy violata da applicazioni e tecnologie.
Al momento sembrerebbe interessare soltanto il mercato americano anche se, in Italia, il Garante per la Privacy ha deciso comunque di aprire un'istruttoria. ''Faremo verifiche anche telefonini nel nostro Paese - spiega il presidente Francesco Pizzetti -. Un conto sono i software finalizzati a ottimizzare il servizio e a garantire le performance degli apparecchi, un conto quelli che tracciano percorsi e men che meno quelli che registrano messaggi. Cercheremo di approfondire queste tematiche anche in Italia''.
Fonte: ANSA
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