Ai nipponici
non piace mostrarsi con nome e cognome e preferiscono Twitter. In realtà, i giapponesi sono grandi appassionati di social network. Semplicemente, non amano il tipo di social network proposto da Zuckerberg. In particolare, non piace l'idea di esporsi con la propria faccia e il proprio nome. Così, milioni di utenti nipponici, uno dei Paesi più cablati e connessi del mondo, scelgono di iscriversi a siti chiamati Mixi, Gree e Mobage-Town, dove vige ancora la vecchia regola del nickname e dell'identità nascosta. Sarebbe questa una delle ragioni per cui, finora, Facebook non è riuscita a conquistare la terra del Sol levante. Secondo Shigenori Suzuki, analista giapponese della Nielsen/Netratings interpellato dal New York Times, il social network “ha di fronte una vera sfida”, perché, afferma, “la concorrenza è agguerrita e poi c'è una specifica cultura giapponese del web”. Tutti i principali social network nipponici contano circa 20 milioni di iscritti locali, contro gli attuali 2 milioni su Facebook. Una cifra che corrisponde circa al 2% della popolazione in Giappone. In ogni caso, il giovanissimo amministratore delegato si sarebbe impegnato, anche di fronte agli azionisti, a migliorare le sue percentuali giapponesi. A questo scopo sta per piovere sull'ex impero del Sol levante una campagna pubblicitaria per Facebook senza precedenti.
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