Restiamo Umani, intervista al cooperante ucciso Vittorio Arrigoni


E' stato ucciso Vittorio Arrigoni, 36 anni, l'italiano attivista per i diritti umani dell'International Solidarity Movement rapito ieri a Gaza. Il cooperante, da anni impegnato nei Territori palestinesi, era stato sequestrato  da un gruppo salafita locale. La conferma del sequestro veniva da un video, pubblicato da una fonte di stampa palestinese Hala, nel quale Arrigoni appariva con gli occhi bendati dal nastro adesivo nero e con una ferita alla tempia. Nel filmato, il cui testo è in arabo, veniva dato un ultimatum di 30 ore a partire dalle 11 di ieri (le 10 in Italia) per soddisfare le richieste dei rapitori. Nel video il cooperante italiano veniva descritto come ''uno che entra nella nostra casa portandoci la corruzione morale'' e dietro il quale c'è uno ''staterello, l'Italia, infedele, il cui esercito è presente ancora nel mondo islamico''. Il suo corpo è stato trovato in un appartamento di Gaza City.



Sarebbero stati i miliziani di Hamas a trovarlo, alla fine di un blitz nella notte, scaturito ore prima della scadenza dell'ultimatum che i rapitori avevano fissato alle 16 di oggi per il rilascio dei loro 'confratelli' detenuti, pena la morte dell'ostaggio. E risale a mercoledi sera poco dopo le 19 l'ultimo post sulla pagina Facebook di Arrigoni. Un post, scritto dallo stesso Arrigoni, sulla morte di 4 palestinesi sul tunnel della sopravvivenza di Gaza che riporta al suo blog. L'International Solidarity Movement, il gruppo cui faceva parte Arrigoni, si è detto "scioccato e profondamente rattristato per l'uccisione del nostro amico e collega". Il sito web dell'organizzazione mostra in apertura la foto del 36enne pacifista che dal 2008 viveva a Gaza e nella breve dichiarazione si legge che "Vik è stato un attivista ispiratore e anima generosa. Per favore, tenete nei vostri pensieri la sua famiglia e i suoi amici".



Giornalista freelance e blogger attivo (http://guerrillaradio.iobloggo.com/), con Manifestolibri aveva pubblicato un libro sulla sua esperienza nella Striscia intitolato "Gaza Restiamo Umani", già tradotto in 4 lingue. Il suo ultimo post risaliva al 13 aprile: "4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah - si legge nel blog 'guerrilla radio' - Tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella Striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame". Nell'ultimo periodo Vittorio Arrigoni stava "aiutando a organizzare la partenza di una imbarcazione dall'Italia con aiuti per i palestinesi di Gaza, una 'Freedom Flotilla' italiana per rompere l'embargo israeliano", come ha raccontato all'agenzia Misna una sua amica.

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