L'operazione era stata già anticipata dal Wall Street Journal, ma adesso è ufficiale. Il colosso di Redmon ha infatti acquistato Skype per 8,5 miliardi di dollari. Con il suo investimento Microsoft appianerà i 686 milioni di dollari di debiti del gruppo telefonico, che ha chiuso lo scorso anno fiscale con una perdita netta di 7 milioni di dollari nonostante gli 860 milioni di fatturato (con profitti operativi per 264 milioni).
Le difficoltà finanziarie avevano portato Skype a rinunciare alla quotazione in Borsa. La capitalizzazione potenziale della società era stata valutata intorno al miliardo di dollari, una cifra inferiore rispetto a quella messa sul piatto dal gruppo di Bill Gates, che ha però battuto la concorrenza di Google e Facebook.
Con l'acquisto di Skype Microsoft ha messo a segno la maggiore acquisizione dei suoi 36 anni di storia. L'operazione è di cruciale importanza per la società di Redmond per mantenere il passo delle concorrenti del settore tecnologico.
"Skype offre un servizio fenomenale, amato da milioni di persone in tutto in mondo", ha detto Steve Ballmer, l'amministratore delegato di Microsoft nella nota congiunta delle due società, "insieme creeremo il futuro della comunicazione in tempo reale cosicché le persone possano stare facilmente in contatto con la propria famiglia, gli amici, i colleghi e i clienti in tutto il mondo".
Skype diventerà una nuova divisione all'interno di Microsoft e Tony Bates, l'amministratore delegato di Skype ne diventerà il direttore generale. Dalla conferenza stampa emerge che il servizio di telefonate online sarà integrato con i prodotti di Microsoft come la console Xbox, Kinect, Office, Messenger e gli smartphone Windows Phone.
Inoltre Microsoft offrirà la possibilità agli utenti di Skype di connettersi con le applicazioni Microsoft come Lync, Outlook, Live Xbox e altre comunità online. L'ultima colossale acquisizione della società fondata da Bill Gates e Paul Allen era stata quella del gruppo di pubblicità online aQuantive, nel 2007 per 6 miliardi di dollari.
Via: Wall Street Journal
Via: Wall Street Journal
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