Google è riuscito a non pagare oltre 3 mld (3,4 di euro) di sterline di tasse in Gran Bretagna e in altri Paesi negli ultimi 5 anni, grazie ad un’elaborata rete societaria che sfrutta diverse giurisdizioni, tra cui Irlanda, Olanda e Regno Unito, per far finire gli introiti alle Bermuda. La società, che ha ricevuto pubblicamente l’appoggio del premier Cameron e del cancelliere Osborne, versa ogni anno nelle casse del Regno soltanto 3 mln di sterline di tasse nonostante raccolga circa 2 mld di sterline in pubblicità.
Secondo un’inchiesta pubblicata oggi dal Sunday Times, se non fosse per la rete di società che gli permette di minimizzare i suoi contributi al fisco, Google avrebbe dovuto pagare allo Stato britannico 190 mln anziché 3. Il livello di ‘evasione legale’ è così alto da risultare imbarazzante per i conservatori, strettamente legati a Google. Cameron ha nominato Eric Schmidt, presidente del gigante online, suo consulente per gli affari, mentre il suo consulente per le strategie, Steve Hilton, è sposato con Rachel Whetstone, del cda di Google. La posizione di Google potrebbe inoltre aumentare le frizioni tra Osborne e il ministro per le attività produttive Vince Cable, che ha accusato Google di “schivare le sue responsabilità sociali".
È risaputo che a numerose nazioni europee non piaccia il sistema di fatturazione di Google. Infatti la società di Mountain View da sempre lavora in tutte le nazioni europee, ma le fatturazioni di questi servizi avvengono soltanto in alcuni Paesi, come l'Irlanda, che offrono regimi fiscali più convenienti. Naturalmente questo atteggiamento infastidisce molte nazioni europee che vedono in questo modo molti capitali e le relative tasse, dichiarati all'estero e sfuggire al proprio fisco nazionale. Al momento Google ha evitato di commentare queste accuse. Molto probabilmente la risposta da Mountain View arriverà nelle prossime ore.
Foto: Amitbhawani
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