L’Fbi e il ministero della Giustizia americano hanno confermato che negli Stati Uniti e in Europa sono state arrestate 21 persone, 14 delle quali nell’ambito di un’indagine su Anonymous, il gruppo di hacker apertamente schierato a sostegno del fondatore di Wikileaks, Julien Assange. Sono 16 gli arrestati di oggi negli Stati Uniti, 5 in Europa, e più precisamente uno in Gran Bretagna e 4 in Olanda.
Gli arresti in Europa, ha precisato il ministero della Giustizia americano, sono stati eseguiti dalle polizie di Gran Bretagna e Olanda. Si tratta per lo più di uomini compresi tra i 42 e i 20 anni di età, i quali si erano dotati di pseudonimi del tipo Antrophobix, Toxic, No, Raper. Sono accusati di aver preso parte con altri, tra il 6 e il 10 dicembre scorso, ad attacchi informatici contro il sistema di pagamenti PayPal.
Secondo gli investigatori, gli hacker in questo modo avrebbero voluto mettere a segno rappresaglie dopo che PayPal aveva deciso di bloccare i suoi conti, in seguito al caso Wikileaks e all’arresto di Julian Assange. Uno degli arrestati è accusato di essere entrato illegalmente il 21 giugno scorso nel sito dell’organismo di sicurezza Infragard, che ha base in Florida e che lavora con l’Fbi.
Un altro giovane di 21 anni è stato invece arrestato in New Mexico per aver pubblicato informazioni confidenziali dell’operatore di telefonia AT&T, operazione rivendicata dal gruppo di hacker LulzSec, lo stesso che ha rivendicato lunedì scorso l'attacco contro il sito di News Corporation, il gruppo editoriale di Rupert Murdoch. Attacchi erano stati condotti anche contro Mastercard e Visa, "colpevoli", secondo gli hacker, "di aver sospeso i pagamenti a Wikileaks".
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