Il Consiglio Superiore di Sanità ha diffuso ieri il proprio parere in merito alle richieste avanzate dal Codacons e relative agli occhiali per la visione dei film in 3D.
L'associazione, che ha reso noto il parere dell'organismo consultivo del Ministero della Salute, aveva sollevato poche settimane fa il problema degli effetti collaterali legati alla visione con occhiali 3D nelle sale cinematografiche, e aveva denunciato ai Nas l'assenza del marchio CE sugli occhialini, così come la circostanza che in numerosissime sale gli occhiali fossero riciclati e passassero da uno spettatore all'altro, con grave rischio igienico.
Paolo Protti, presidente Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici), non ci sta. Gli occhialini per la visione in 3D forniti nelle sale italiane vanno bene al di la di quello affermato dal Consiglio Superiore di Sanità. Per quanto riguarda l'utilizzo sconsigliato ai bambini al di sotto dei 6 anni di età, spiega "già noi sconsigliavamo l'utilizzo ai minori di tre anni, ma stiamo comunque parlando di indicazioni.
Mi sembra - aggiunge - solo un eccesso di zelo tutto italiano questa vicenda anche se si considera il solo fatto che sono ormai 14 milioni di italiani ad avere visto tra 2009 e 2010 un film tridimensionale". Più complicato invece il problema dell'utilizzo dei soli occhiali monouso.
"Dipende dalla tecnologia usata - spiega Protti -. Ce n'é una che prevede occhialini dal costo di circa 50 dollari. In quel caso gli esercenti sono obbligati a disinfettare, come avviene d'altronde in ogni parte del mondo, gli occhiali con presidio medico chirurgico che elimini ogni microbo". Chiaramente invece per una tecnologia che prevede un supporto monouso il problema non esiste".
Fonte: Ansa
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