Il sito di Wikileaks cacciato dai server di Amazon


Amazon ha deciso di sospendere il proprio servizio di hosting, mettendo alla porta Wikileaks e il suo carico di segreti scomodi. Wikileaks lo ha comunicato con un messaggio su Twitter, in cui si suggerisce che tale decisione sia stata provocata da forti pressioni politiche. “Wikileaks estromesso dai server di Amazon - si legge sul social network - libertà di espressione nel paese della libertà. Non preoccupatevi, i nostri soldi sono spesi oggi in Europa”. 

E poi ancora: "Se Amazon è a disagio con il primo emendamento, dovrebbero smettere di vendere i libri". In ogni caso, Amazon ha agito nel pieno diritto, nel momento in cui ha interrotto il servizio di hosting. Alcune clausole del servizio recitano che Amazon “si riserva il diritto di rifiutare il servizio, di chiudere i conti, rimuovere o modificare il contenuto a sua esclusiva discrezione". In altra parte del contratto si legge inoltre che il cliente "dichiara che la fornitura di contenuti non causerà danni a persone o entità". 

Un'assicurazione che il Segretario di Stato Hillary Clinton non esiterebbe a contestare, dal momento che all'indomani della diffusione dei documenti diplomatici ha dichiarato: "E' chiaro che la loro diffusione comporta rischi reali per persone reali". Secondo più fonti, i dati di Wikileaks sono tornati in Svezia. 

La migrazione su Amazon era avvenuta all'inizio della settimana, proprio a causa degli attacchi informatici di tipo DDOS, che hanno mandato in tilt il sito. E in Europa, e più precisamente in Francia, presso il servizio Octopuce, si trovavano anche i server dell'indirizzo Cablegate.wikileaks.org, che ha veicolato tutte le rivelazioni dei giorni scorsi sulla diplomazia statunitense.

Fonte: La Stampa

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