Web tv: Agcom, nuovi obblighi e responsabilità editoriale come tv


YouTube, DailyMotion, Vimeo e tutti gli altri siti che ospitano video generati dagli utenti verranno da ora in avanti equiparati alle tv. Due delibere appena pubblicate e approvate il mese scorso dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) li equiparano a servizi radiotelevisivi, con tutte le conseguenze del caso. L'Italia è probabilmente il primo Paese occidentale a fare questo salto interpretativo, da cui derivano obblighi inediti per i siti internet. L’ambito di applicabilità della nuova disciplina è limitato a quei fornitori di servizi media audiovisivi che svolgano un attività non precipuamente economica ed in concorrenza con la radiodiffusione televisiva con “esclusione dei servizi i cui ricavi annui derivanti da pubblicità, televendite, sponsorizzazioni, contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati, provvidenze pubbliche e da offerte televisive a pagamento, non superino centomila euro”. Le nuove delibere escludono senza dubbio web tv e web radio minori dalle nuove norme. Non si applicano infatti a chi fattura meno di 100 mila euro da questa specifica attività (audiovisiva) o ha un palinsesto settimanale inferiore alle 24 ore di video. Per coloro che, invece, superano i cento mila euro di ricavi sarà necessario, per lo svolgimento dell’attività lineare (streaming), richiedere un’autorizzazione che potrà essere concessa attraverso il c.d. silenzio-assenzo. I siti diventano inoltre soggetti a nuove norme, che potranno dare loro filo da torcere. Sono prese di peso, infatti, da quelle dei media tradizionali e mal si adattano alla realtà di internet. Per esempio: l'obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta degli interessati, che si sentano diffamati da un video o il divieto di pubblicare contenuti inadatti ai bambini durante le fasce orarie protette. I due documenti in PDF sono disponibili qui e qui.

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