Cloud computing da IBM per i dipartimenti della NATO


IBM sta lavorando alla costruzione di un sistema di elaborazione dati in cloud computing progettato per aiutare 28 paesi membri NATO a meglio impiegare e condividere dati. A scegliere, il maggiore costruttore mondiale di prodotti e servizi informatici, per la ciclopica impresa è stato l’Allied Command Transformation (ACT) stesso della NATO, al cui interno IBM è chiamata a progettare e dare dimostrazione di un sistema in ambiente cloud computing, destinato a supportare attività “critiche”, quali il reperimento di dati per l’intelligence, la sorveglianza e la ricognizione militare. Obiettivo del progetto è stabilire se i membri NATO riescano a impiegare uno strumento collaborativo in tecnologia cloud per ottenere un accesso ai dati più veloce ed essere così capaci di prendere decisioni critiche più rapidamente. Il sistema dovrà, nel suo complesso, assicurare piena scalabilità, sicurezza elevatissima e rapporto costo/benefici vantaggioso rispetto alla disomogenea massa di strumentazione finora in uso. Con l’aiuto del sistema, dati provenienti da fonti come sistemi radar, telecamere o immagini infrarosse già pre-trattate potranno confluire in un’unica struttura. Tale struttura consente che i comandi militari possano inserire i dati di interesse direttamente sui propri server, già difesi dai propri sistemi di sicurezza. Tra gli impieghi previsti c’è, ad esempio, quello di svolgere attività di intelligence militare in Afghanistan, ha spiegato E. J. Herold, capo progetto di IBM. I dipartimenti militari NATO a Norfolk, in Virginia, saranno i primi a impiegare le nuove tecnologie fornite che saranno, qualora giudicate idonee, estese alle altre divisioni.

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