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Hack totale per Playstation 3, ma Sony lavora su un nuovo firmware
La guerra tra Sony e hacker, iniziata a fine 2006 con il lancio della console, non sembra essersi conclusa. Lo scorso 29 dicembre al Chaos Communications Congress di Berlino, gli hacker del team Fail0verflow svelano con un video dimostrativo la root key della console, il codice interno di autorizzazione che verifica l'originalità del software, permettendo così di far eseguire a PlayStation 3 qualsiasi genere di applicazione non ufficiale e senza la necessità di modifiche hardware o software sulla console. Il gruppo spiega che questo hack è progettato per non consentire la pirateria dei giochi su PS3 (anche se potrebbe avere questo effetto), ma, per consentire a Linux di funzionare su tutte le PS3, "qualunque sia la loro versione del firmware". Successivamente George Hotz, hacker già noto per il suo jailbreak, rivela di aver trovato anch'egli la root key "Metdlr" di PlayStation 3 e pubblica tutto sul suo sito.
Su PS3 ogni file è codificato o firmato grazie a chiavi private disponibili solo alla stessa Sony. Nella creazione di file codificati è importante l'uso di numeri casuali. Secondo Eurogamer lo schema di codifica della PS3 adotta un unico numero random che non cambia mai tra ogni file firmato, mentre sarebbe più sicuro utilizzare un diverso numero casuale ogniqualvolta che un file viene firmato. Questo sistema porta così, tramite un'equazione e appena due firme, a ricostruire la chiave di codifica. Da Sony giunge la prima risposta ufficiale. Nel comunicato diffuso alla stampa si specifica che gli ingegneri di Sony stanno lavorando su un nuovo firmware, che impedisca l'aggiramento delle protezioni, anche se di fatto sembra alquanto improbabile poter modificare la root key attraverso un aggiornamento del firmware senza rischiare di rendere inutilizzabile l’intero parco software uscito sinora.
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