E-commerce cresce ma per gli italiani il phishing è un tipo di pesca


Pacchetti viaggio (29%), servizi finanziari (27%), abbigliamento e articoli sportivi (23%) sono i settori privilegiati dello shopping virtuale degli italiani, ma nonostante il grande utilizzo della rete per fini commerciali, sette italiani su dieci dimostrano di non conoscerne nello specifico meccanismi e terminologie. Il phishing è per il 29% un tipo di pesca e per il 12% una pratica erotica. Anche la crittografia è sconosciuta ai più: per il 22% è una tecnica artistica, e il firewall per qualcuno (18%) è il titolo di un film. Malgrado ciò gli italiani sembrano preferire sempre più l'acquisto online, sia per i prezzi che appaiono più competitivi (38%) e sia per la comodità (29%), anche se ammettono che sono alti i rischi di frodi o fregature (34%) e quelli legati alla sicurezza (29%). Molta incertezza nel definire anche un hosting, che il 19% è il nome di un dominio pubblico su internet. Dubbi anche per quando riguarda il certificato digitale: per alcuni aiuta a semplificare la burocrazia cartacea (15%), il 26% lo indica l'allegato che si invia con una mail. Stando a quanto riferisce la Camera di Commercio di Milano, il commercio elettronico è in rapida espansione: alcuni dati studiati sul registro imprese del 2009 e del primo trimestre 2010, nonché sui dati Istat del 2010, evidenziano infatti un incremento del +7% delle aziende che operano nel commercio virtuale. Il contrassegno resta la modalità di pagamento privilegiata, con il 32% degli italiani che dichiarano di esercitarla, mentre carte prepagate (17%), carte di credito (19%) e bonifici bancari (14%) non sono ancora entrati del tutto nella filosofia di acquisto degli italiani. E benché attribuiscano al commercio virtuale un livello soddisfacente di sicurezza (49%),

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