Ok condannare hacker attivisti, ma vera minaccia criminali tradizionali


Dopo l'identificazione dei presunti componenti della cellula italiana di Anonymous, Kaspersky Lab esprime il suo punto di vista a riguardo. La società di sicurezza aveva annunciato nelle sue previsioni per il 2011, che nel corso dell’anno sarebbero comparse nuove organizzazioni cyber criminali e che gli attacchi sferrati sarebbero stati “non tradizionali”. L’esempio più lampante di cyber criminali “non tradizionali” sono gli “hacker attivisti”. A differenza dei normali attacchi, che hanno come unico scopo il profitto, i movimenti attivisti, in Italia il più noto è Anonymous, hanno tutt’altro fine: ottenere la massima visibilità possibile sui media al contrario degli hacker “tradizionali” che tendono invece a rimanere nell’ombra.

Il perno degli attacchi degli attivisti è la divulgazione di informazioni personali, con lo scopo di danneggiare al livello più alto possibile una persona o un’azienda, come ad esempio nel caso di Wikileaks o Cablegate. Ad oggi questo tipo di attacchi ha avuto durate brevi e temporanee. E’ quindi facile ipotizzare che il cyber crimine “tradizionale” ritornerà presto a far parlare di se. Di norma gli attacchi non tradizionali sono tecnicamente semplici e si concentrano su siti poco protetti.

Alexander Moiseev di Kasperksy Lab Italia sottolinea che “questo tipo di azioni sono illegali in molti paesi e si può incorrere in azioni giudiziarie. Tuttavia mentre l’opinione pubblica fa convergere tutta la sua attenzione sugli “attivisti”, la rete è colpita da numerosi e pericolosissimi attacchi che restano sconosciuti al grande pubblico e che rappresentano la vera minaccia e causano i danni maggiori”. “Gli attacchi avvenuti nelle ultime settimane”, ha continuato Moiseev, “dimostrano come ci siano siti importanti poco protetti e dunque vulnerabili e come ci sia poca attenzione verso le aziende che custodiscono dati sensibili”.

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