Da ieri 6 Dicembre alle 11, ora di Washington (le 17 in Italia), oltre 100.000 siti porno dovrebbero comparire online con il "dominio di primo livello" .xxx. L'idea dietro la scelta di inaugurare il dominio è la stessa che ha spinto all'introduzione dei suffissi .gov, .edu e .org: specificare la natura del contenuto del sito che si visiterà. I suffissi .xxx erano stati approvati l’anno scorso dalla Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann), l’organizzazione non profit che gestisce gli indirizzi internet.
Secondo Icm Registry, la società che ha lanciato i domini .xxx, cosi come è accaduto con l’introduzione dei suffissi .gov, .edu e .org, il dominio .xxx serve a dare un segnale all’utente sul tipo di sito che si sta per aprire, cosa che dovrebbe aiutare gli internauti a non entrare in siti porno per sbaglio. I nuovi domini garantiscono inoltre una maggiore sicurezza del contenuto, visto che i siti .xxx sono scansionati ogni giorno dagli antivirus McAfee.
Finora infatti i contenuti porno si trovavano spesso anche sotto link che nascondo virus e altre minacce per i computer. Data la maggiore riconoscibilità dei siti porno che usano il domino .xxx per i genitori sarà inoltre più facile bloccare l’accesso ai figli modificando le impostazioni di accesso a internet dei computer usati a casa. Ma non tutti sono a favore dell’introduzione dei nuovi suffissi.
Oltre alle proteste da parte di gruppi religiosi che sostengono che il nuovo dominio incentivi la proliferazione del porno su internet, anche alcuni siti di intrattenimento per adulti sono contrari. Tra questi c’è Playboy.com che considera il suffisso .xxx "anticompetitivo, un disservizio alle società che fanno business online". L’adozione del suffisso .xxx non è obbligatoria, ma è solo un’opzione in più nata per catalogare più facilmente i contenuti online. L'Indiana University ha speso 2.200 dollari per assicurarsi 11 domini per i prossimi dieci anni.
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