Julian Assange: Facebook, Google e Yahoo sono strumenti di spionaggio


Julian Assange ha definito Facebook "il più terrificante strumento di spionaggio mai inventato", una fonte inesauribile di informazioni per l’intelligence americana, che si avvale gratuitamente di dati che altrimenti richiederebbero grandi sforzi in termini di tempo e denaro. Così, in un’intervista rilasciata all’emittente moscovita Russia Today, Julian Assange ha preso di mira il social network più famoso del pianeta, per poi affrontare i temi di attualità come le rivoluzioni che hanno cambiato la fisionomia del mondo arabo, la situazione di Guantanamo e i suoi rapporti con i media.

Il fondatore di Wikileaks è convinto che Facebook costituisca una manna dal cielo per gli 007 Usa: "È la più grande banca dati esistente sui cittadini, le autorità vengono così a sapere nomi, indirizzi, relazioni, reti di contatti, parentele e l’esatta ubicazione di ciascuno senza nemmeno doverli cercare". L’attacco prende di mira poi i due giganti statunitensi che dominano il mondo di internet: "Non c’è solo Facebook, anche Google e Yahoo sono a completa disposizione dell’intelligence, e i loro strumenti sono funzionali agli interessi delle spie".

"Non voglio dire che ci sia un controllo diretto, ma le pressioni politiche e legali contro questi gruppi sono così forti che ormai lasciano carta bianca agli 007. Ogni volta che si aggiunge un amico in più su Facebook, si sta lavorando gratis per loro". Fino ad oggi Assange era stato critico nei confronti di Facebook, ma mai così apertamente all’attacco del social network.

L’affondo più duro è però nei confronti dell’amministrazione americana, colpevole a suo giudizio di non rispettare i diritti umani a Guantanamo: "Ci sono 48 persone che sono già state riconosciute innocenti dalle autorità degli Stati Uniti, e sono incarcerate senza alcun processo da anni. Questo perché nessuno li vuole, e restano nella base perché lì non si è tenuti a rispettare la legge, come accadrebbe invece sul territorio americano o nei Paesi alleati".

Parlando in generale del rapporto tra media e politica, Assange termina dicendo che "quasi tutti i conflitti che ci sono state negli ultimi 50 anni sono il prodotto delle bugie confezionate dal sistema mediatico". Quando Assange ha rilasciato questa intervista ancora non sapeva dell’uccisione di Bin Laden, che ha commentato successivamente con un Tweet: "Con l’uccisione di Osama è il momento di portare a conclusione la guerra in Afghanistan".



Via: La Stampa

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