Intervista Schettino, polemica su Facebook e Twitter per prezzo esclusiva


Le trentadue vittime del naufragio, "è normale che me le senta sulla coscienza". Domnica Cemortan? Solo una persona con cui farsi "due risate". E poi scuse per tutti e nessun "vada a bordo" che fosse possibile eseguire. Fa discutere l'intervista di Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia naufragata al Giglio lo scorso 13 gennaio, che è andata in onda su Quinta Colonna. Il fatto ha suscitato più di una reazione negativa, e in rete, su Facebook e Twitter, si sono succeduti una serie di commenti indignati per la cifra rilasciata per l'esclusiva.

Su Twitter è partito anche un boicottaggio della trasmissione condotta da Salvo Sottile ed è stato lanciato l'hashtag "#iononguardoschettino", diventato subito popolarissimo. Secondo i rumors, Schettino avrebbe ottenuto 57 mila euro. Anche se, fonti vicine tanto al comandante quanto a Mediaset, hanno giudicato questo importo "nettamente superiore alla realtà". Un commento arriva anche dalla procura di Grosseto. Perchè il pubblico ministero Francesco Verusio smentisce di aver usato il termine "bugie", riferendosi all'intervista. Uno Schettino a tutto campo, dopo mesi di silenzio.


La famosa telefonata col capitano Gregorio De Falco non gli fa "nessun effetto", e gli ordini impartiti, quel "vada a bordo", non potevano essere eseguiti da nessuno, in alcun modo. Così l'ex comandate ha ricordato i momenti tragici del naufragio. Chiedendo però "scusa a tutti", ma continuando a ritenersi "vittima". "Questa cosa che è successa, che è un sentimento indescrivibile, è ben minore dell'affetto di una madre che perde una bimba sicuramente, è incommensurabile. Però - ha sottolineato Schettino - la perdita della nave per un comandante è qualcosa...non esiste un metro di dolore".

E "sicuramente" non ha mai trovato la pace: "ho la pace su quello che potevo fare, ma accettare quello che è successo, assolutamente no. Ma devo essere forte abbastanza da poterci convivere". In merito agli ordini della Capitaneria, ha precisato: "Io da comandante non ho mai dato un ordine che non possa essere eseguito, cioè lui ha richiamato un dovere senza capire che non poteva essere fatto", ha detto Schettino, riferendosi al "vada a bordo" gridato da Gregorio De Falco. Per Schettino, De Falco "non aveva considerato che la nave sul lato dritto era affondata".

Lui avrebbe dovuto fare "trecento metri a nuoto, cioè buttarmi in acqua fare il giro della prora, vedere la biscaggina, col cellulare da preservare, perché nel frattempo dovevo parlare con l'unità di crisi". "Facevo una cosa molto più seria", ribadisce Schettino, che sottolinea: "Ascoltare quella telefonata non mi ha fatto nessun effetto". Quanto ai familiari delle vittime, Schettino precisa di non aver avuto ancora contatti, tranne che "in una circostanza, ma preferirei non parlarne, è una scelta fatta da me". Ci pensa? "Certo, e mi farebbe piacere incontrare tutti".

Via: TMNews
Foto: Mediaset

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