Microsoft: a rischio sanzioni su scelta browser Web, aperta procedura Ue


La Commissione Europea ha aperto una nuova inchiesta su Microsoft per violazione delle norme sulla concorrenza. Secondo la Commissione Ue, Microsoft non avrebbe rispettato, con il pacchetto Windows 7 Service Pack 1, l'impegno, sottoscritto nel 2009, di offrire agli utenti la possibilità di scegliere il proprio browser preferito per la navigazione su internet. "Stiamo aprendo una procedura formale nei confronti della compagnia: se questa violazione venisse confermata dalle nostre indagini, e Microsoft sembra ammettere l'accaduto, potrebbero esserci conseguenze civili".

Con queste parole Joaquin Almunia, responsabile dell'Antitrust della Commissione europea, annuncia l'avvio di una procedura a carico di Microsoft: sotto accusa il tentativo del colosso di Redmond di tornare a impostare automaticamente Internet Explorer nel sistema operativo Windows, invece di lasciare all'utente la scelta di un browser alternativo, con una finestra apposita sullo schermo (ballot screen). "Dal lancio di Windows 7 Service Pack 1 nel febbraio 2011, l'opzione non è ancora stata visualizzata: circa 28 milioni di utenti in questo modo non possono scegliere" ha spiegato Almunia.

Il 16 dicembre 2009 la Commissione ha reso legalmente vincolanti alcuni obblighi per il gruppo di Redmond: in particolare, la necessità di mettere a disposizione degli utenti europei per un periodo di 5 anni la possibilità di scegliere browser diversi da quello di Microsoft (IP/09/1941), attraverso la visualizzazione delle possibili alternative sullo schermo del PC. Immediatamente dopo la dichiarazione pubblica di Almunia, Microsoft ha diramato una nota in cui ammette il non rispetto di alcuni dei suoi impegni sulla scelta del browser, adducendo "errori tecnici" come causa e scusandosi per l'accaduto.


"Abbiamo mancato alle nostre responsabilità - si legge nel comunicato - ci scusiamo profondamente, anche se abbiamo preso misure immediate per porvi rimedio". Il software BCS fornisce un modo semplice per gli utenti di scegliere qualsiasi browser. Come concordato con la Commissione nel 2009, Microsoft utilizza il proprio servizio Windows Update per inviare il software BCS ai PC basati su Windows. Una volta installato, il software BCS controlla se Internet Explorer è il browser predefinito e, se lo è, il BCS viene visualizzato all'utente.

Il sistema Windows Update utilizza la "logica di rilevamento" per determinare quali aggiornamenti software (come il BCS) distribuire ai PC. "La logica di rilevamento per il software BCS - scrive ancora Microsoft- è stata precisa quando abbiamo iniziato a distribuirlo nei primi mesi del 2010, e il software BCS è stato consegnato, come avrebbe dovuto. Purtroppo, il team di ingegneri responsabile della manutenzione del presente codice non si rendeva conto che era necessario aggiornare la logica di rilevamento del software BCS quando Windows 7 SP1 è stato rilasciato lo scorso anno".

Secondo Microsoft, come risultato di questo errore, i nuovi PC con Windows 7 SP1 non hanno ricevuto il software BCS. Si vedrà ora se le scuse ufficiali e imbarazzate di Microsoft basteranno, o se la multinazionale dovrà comunque pagare un'ammenda. Si tratta solo dell'ultimo capitolo dell scontro tra Microsoft e Commissione europea, iniziato nel 1999 e condotto a colpi di indagini, sanzioni, ricorsi legali e sentenze. Maggiori informazioni sull'impegno della scelta del browser è disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/competition/consumers/web_browsers_choice_en.html



Fonte: Commissione Europea
Via: TM News

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