Sony PSN: i prezzi dei dati rubati al mercato nero, nuove minacce


A distanza di due settimane dall'assalto ai data center di Sony che ha portato al furto dei dati di 77 milioni di utenti, come se non bastasse, i pirati informatici hanno fatto sapere di voler vendere questi dati al miglior offerente. Dopo l’intrusione di hacker è già partita la compravendita su Internet attraverso i forum underground ed il mercato nero e G Data svela i prezzi. 

Secondo quanto riportato da un articolo del PlayStation Knowledge Center i dati rubati sarebbero i seguenti: nome, indirizzo (città, provincia, CAP), paese, indirizzo email, data di nascita, PlayStation Network / password e Qriocity login e maniglia / PSN ID online. E 'anche possibile che i dati del profilo, tra cui la cronologia degli acquisti e l'indirizzo di fatturazione (città, stato, zip), e la vostra password PlayStation Network / Qriocity. 

Se avete fornito i dati della carta di credito tramite PlayStation Network o Qriocity, è possibile che il vostro numero di carta di credito (escluso il codice di sicurezza) e la data di scadenza siano stati ottenuti. Chiunque sia il responsabile di questa operazione è certo che lo abbia fatto per soldi. I dati rubati, infatti, possono far guadagnare molto denaro attraverso la vendita effettuata nei forum underground e al mercato nero online. 

Stando inoltre a quanto riportato dal portale americano Cnet, alcuni hacker avrebbero pianificato una serie di nuovi attacchi a Sony, sfruttando la breccia aperta nel corso della violazione dei sistemi di sicurezza del PlayStation Network e del portale Sony Online Entertainment. L'indiscrezione sarebbe trapelata attraverso il canale di Internet Relay Chat solitamente utilizzato dai cyber criminali per comunicare fra loro e chi è solito frequentare questi luogo di incontro virtuale avrebbe letto dei malintenzionati piani. 

Informando in via esclusiva uno dei più frequentati siti hi-tech d'America. Il terzo eventuale attacco sarebbe destinato a colpire il sito di Sony e questo sarebbe possibile in relazione al fatto che gli hacker sono nella condizione di accedere senza ostacoli ad alcuni server (dove sono ospitati anche i dati dei clienti) della compagnia giapponese. 

Dalla società non è arrivato, come del resto lecito aspettarsi, nessun commento in proposito ma il livello di allarme è ovviamente tornato a salire, anche in considerazione del fatto che a indagare sugli attacchi che hanno esposto al rischio di frode 100 milioni di utenti vi sono in ordine sparso l'Fbi, il Dipartimento di Giustizia e il congresso Usa, il procuratore generale di New York e le autorità di sicurezza e tutela della privacy di Regno Unito, Canada e Taiwan.


Via: Il Sole 24 Ore

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