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Terza Giornata Nazionale contro la pedofilia, in Italia è ancora tabù
La pedofilia in Italia è un fenomeno sommerso, intriso di silenzio e di scarsa sensibilizzazione e prevenzione. Un fenomeno che nel nostro Paese è ancora un tabù, che spesso è meglio non svelare. Per vergogna, paura o inadeguato sostegno. Non è così negli altri Paesi. Secondo il dossier Child Maltreatment, pubblicato ogni anno, nel 2009 negli Stati Uniti sono stati segnalati circa 65mila abusi sessuali; in Inghilterra, stando ai dati del Department for Education, 2000; in Francia 2800. E in Italia? Solo 492, secondo l'Istat. Un gap troppo grande, che non rende giustizia alla reale incidenza della pedofilia, complici una serie di fattori concatenati. "Non c'è una rete unificata delle varie banche dati, dichiara il Presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo - gli unici dati ufficiali sono quelli che arrivano alle nostre linee di ascolto e al 114, il numero di emergenza per l'infanzia del ministero per le Pari Opportunità". Difficoltà di raccolta dei dati da un lato e mancanze di denunce dall'altro. Perché spesso si preferisce soprassedere, fare finta che non sia successo niente. L'allarme lanciato da Telefono Azzurro è chiaro. Nel triennio 2008-2010, all'associazione sono state riferite 570 situazioni di abuso sessuale, una media di 191 casi all'anno. "Oltre alla parzialità dei dati, siamo costretti a registrare un grave ritardo legislativo - spiega Caffo -. In tal senso, Telefono Azzurro auspica che si concluda quanto prima l'iter di ratifica della Convenzione di Lanzarote, giunto ormai alla fase conclusiva". Già 570 i siti finiti nella black list dei siti internet dai contenuti illeciti, operativa da circa 3 anni e sono tantissimi i casi di adescamento di minori tramite chat line o telefonini di nuova generazione.
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