Dopo l'incendio nella server farm aretina di Aruba, il primo provider italiano di hosting e registrazione domini, avvenuto lo scorso 29 aprile in seguito ad un principio d'incendio nella sezione Ups dell'azienda, i consumatori pensano ad una class action mirata ad ottenere un risarcimento per le ore di ''buio'' conseguenti l'accaduto. I vigili del fuoco di Arezzo avevano lavorato per tre per spegnere le fiamme che erano divampate nella server farm.
E per 11 ore avevano lavorato i tecnici dell'azienda per ridare normalità a buona parte della rete. Le fiamme nella serverfarm principale di Aruba, che non hanno interessato i server dove sono archiviati i dati, hanno infatti creato grossi problemi: milioni di siti sono rimasti off line per molte ore, inaccessibili anche le caselle di posta.
Proprio su questo aspetto, le associazioni dei consumatori Adoc e Codacons starebbero valutando se intraprendere una class action, cioè una causa collettiva ai danni di Aruba. Analizzando i infatti, Aruba sarebbe stata vittima del più classico degli incidenti e non della negligenza delle persone che lavorano nella Web farm, attribuire al gruppo una responsabilità oggettiva riguardo all'accaduto potrebbe essere particolarmente complesso.
In ogni caso la Corte di Appello di Milano conferma l'ammissibilità della class action del Codacons sul test influenzale. La class action è aperta a tutti, sia agli utenti consumer che agli utenti business che comunque risultano i più colpiti. L'associazione mira a far ottenere agli utenti un risarcimento proporzionato al tempo di sospensione del servizio e ai danni economici subiti. Chi è interessato può collegarsi al blog del presidente Codacons, Carlo Rienzi e fornire una pre-adesione illustrando i danni subiti.
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