Tim Cook visita Foxconn, raggiunto accordo con Fair Labor Association


L'amministratore delegato della Apple Tim Cook ha visitato lo stabilimento della Foxconn a Zhengzhou, nella provincia centrale dell’Henan. Dopo l’ondata di suicidi di operai della Foxconn nel 2010 (motivati in gran parte da difficili condizioni di lavoro e salari troppo bassi), l’azienda della mela ha deciso via via di migliorare le condizioni lavorative.

Prima di tutto le ore eccessive e la retribuzione degli straordinari, ma anche le condizioni di sicurezza e di tutela della salute: è il bilancio dell'inchiesta indipendente realizzata dalla Fair Labor Association nei tre stabilimenti cinesi della Foxconn, fornitore di colossi informatici come Apple.

Era stata proprio la Mela morsicata, all'inizio dell'anno, a sollecitare l'audit indipendente dopo le polemiche scatenate dai casi di suicidio proprio nelle fabbriche del colosso cinese. Terminata l'indagine, durata tremila ore e che ha coinvolto 35mila lavoratori, Foxconn ha ammesso i problemi nelle condizioni di lavoro, si è impegnata a rimuovere le violazioni registrate e a mettere le sue fabbriche in conformità con i limiti legali sull'orario cinese entro luglio 2013.

La Apple a sua volta si è impegnata a mantenere gli orari entro i limiti legali e a migliorare le condizioni sanitarie e di sicurezza, oltre a offrire risarcimenti agli operai. La fabbrica di Zhengzhou, aperta nel 2010, che conta oltre 120.000 operai, ha raggiunto una produzione giornaliera di 200.000 iPhone. Interessate a questa rivoluzione, oltre a Apple, anche Dell, Hewlett-Packard, Amazon, Motorola, Nokia e Sony, tutte legate a Foxconn da contratti di fornitura.

Foxconn si è impegnata a ridurre l'orario di lavoro a 49 ore a settimana, compresi gli straordinari, a parità di stipendio base. Il report della FLA ha descritto una media di più di 60 ore di lavoro a settimana durante i picchi di produzione. Misure che "sosteniamo pienamente", ha subito dichiarato un portavoce di Apple.



Via: TM News
Foto da video

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