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Marcia indietro di Apple, condizioni più flessibili per gli acquisti In-App
Nel timore di una opposizione degli editori online, la Apple ha fatto una parziale marcia indietro, rendendo meno stringenti le regole di vendita applicate agli acquisti in-app, le stesse che avevano attirato le attenzioni dell'Antitrust. La casa di Cupertino ha deciso di lasciare agli editori la possibilità di stabilire prezzi e vendere i contenuti digitali, destinati soprattutto a iPad e iPhone, senza passare per il Newsstand, l'edicola elettronica presentata lunedi scorso a San Francisco da Steve Jobs. Fino a oggi la transazione per chi voleva scaricare un libro o giornale su un dispositivo marchiato dalla Mela doveva passare obbligatoriamente attraverso l’App Store, così facendo Apple tratteneva il 30% da ogni operazione. Alcuni commentatori hanno affermato che questo cambio di direzione di Apple sia in qualche modo una conseguenza imposta dal mercato. La casa di Cupertino, infatti, deve far fronte alla concorrenza di Google, che offre condizioni migliori sui tablet Android, e Amazon, che vende contenuti con prezzi aggressivi su ambedue le piattaforme. L’unico limite ancora fissato dalla Apple è quello di proibire agli editori di installare un pulsante virtuale “Buy” a partire dalla App, evitando così di pagare attraverso il sistema messo a punto dal gruppo. La Apple ha stipulato accordi con due grossi gruppi Usa, la Condé Nast e la Hearst Corp. Non hanno ancora aderito all’offerta né il New York Times né il Wall Street Journal. Per il Financial Times, che guida l'opposizione degli editori, la marcia indietro della Apple non è sufficiente. Il quotidiano del gruppo Pearson intende continuare a lavorare attraverso la sua web App appena lanciata, che le garantisce il 100% degli introiti e il controllo dei dati sugli abbonamenti.
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