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Agcom sotto attacco hacker di Anoymous contro la censura Web
Nel mirino della rete di hacker Anonymous è finita l'Agcom. Intorno alle 12 di martedì i pirati del web hanno sferrato il loro attacco, e un'ora dopo il sito non era più raggiungibile. Gli hacker hanno bersagliato il sito www.agcom.it, creando un enorme flusso di accessi, e la pagina è andata in tilt. L'attacco al sito dell'Agcom è motivato dal fatto che, il prossimo 6 luglio, entrerà in vigore il nuovo regolamento sui contenuti pubblicati online che violano il diritto d'autore. Sul blog italiano riconducibile ad Anonymous si può leggere: "L'Agcom vorrebbe istituire una procedura veloce e puramente amministrativa di rimozione di contenuti online, considerati in violazione della legge sul diritto d'autore. L'autorità potrebbe sia irrogare sanzioni pecunarie molto ingenti a chi non eseguisse gli ordini di rimozione, sia ordinare agli Internet Service Provider di filtrare determinati siti web in modo da renderli irraggiungibili dall'Italia. Il tutto senza alcun coinvolgimento del sistema giudiziario". L’Autorità si accinge a varare, infatti, un provvedimento che si preannuncia molto controverso.
Il 6 luglio arriverà una delibera Agcom, sulla tutela del copyright online, e sarà una forma di censura del web. L'Autorità delle comunicazioni avrà il diritto arbitrario di oscurare siti senza alcun coinvolgimento del sistema giudiziario, cioè senza un processo. Anche ammettendo che l’Agcom abbia poteri sanzionatori su questa specifica materia, ci sono esperti che lo dubitano. Inoltre, se alcuni casi di violazione del diritto d’autore sono relativamente semplici da determinare, la liceità o meno della pubblicazione di un contenuto genera spesso dubbi anche tra gli esperti della materia. Il diritto d’autore, infatti, è di una complessità a volte notevole, come quando si cerca di determinare con certezza se una certa opera è o non è nel pubblico dominio in un dato Paese. Inoltre, anche contenuti protetti dal copyright possono essere utilizzati, con dei limiti, per critica, discussione, insegnamento, ricerca, eccetera. L’Agcom ha scelto di percorrere, tra l’altro con una fretta e con modalità che lasciano perplessi, una strada sbagliata, perché qualunque materia che riguardi diritti fondamentali deve passare dal Parlamento.
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