Concordia: nessuna tecnologia tiene contro uno squarcio così grande


I colossi del mare come la Concordia sono gioielli della tecnologia dotati di sofisticatissimi strumenti di navigazione. Eppure, come 10 anni fa, basta una falla nello scafo per affondarli. Milioni di euro in tecnologia sembrano di colpo superflui. "Purtroppo contro uno squarcio come quello che si è aperto nella Concordia non c’è sistema di sicurezza che tenga" dice Alfredo Lonoce, uno dei massimi esperti italiani di ingegneria navale, membro dell’Associazione Ingegneri Periti delle Avarie Marittime (Aipam).

"Queste navi da crociera - spiega Lonoce - devono garantire la galleggiabilità anche con due compartimenti allagati, ma quando si apre una falla di 50-60 metri si è molto oltre i parametri di sicurezza studiati". Quando una nave imbarca acqua, vengono chiusi, si limita il danno e si permette alla nave di 'sopravvivere' fino al porto più vicino. Ma ci sono dei limiti. Da anni non si producono più petroliere monoscafo e a partire dal 2014 tutti questi tipi di nave saranno banditi.

"Il timone automatico consente di impostare rotte prestabilite - spiega ancora l’ingegnere - Sotto costa, tuttavia, il sistema viene disattivato e si passa al manuale".  Un tipo di navigazione che, però, avviene sempre seguendo precisi protocolli di sicurezza. Anche la strumentazione di bordo doveva essere in ordine. La Concordia aveva tutte le certificazioni in regola: l’ultima visita di classe da parte del Rina, il Registro italiano navale, risale al 3 giugno scorso e sarebbe scaduta nel giugno 2016. Alcuni ufficiali a bordo hanno dichiarato che la rotta della Concordia era troppo vicina alla costa.


Un errore che l’ecoscandaglio, il sistema che rileva la profondità dei fondali, avrebbe potuto segnalare. Ma forse troppo tardi. "Bisogna considerare che navi di questa stazza hanno un’enorme forza d’inerzia spiega Lonoce - Non si possono effettuare manovre repentine, bisogna pensarle dieci minuti prima". Utilissime saranno le informazioni registrate nel Vdr (Voyage data recorder), una sorta di scatola nera delle navi. Certo la tragedia della Concordia potrebbe cambiare le regole di sicurezza della navigazione.

E Legambiente sta seguendo la sempre più preoccupante situazione del Giglio minuto per minuto ed è diventata un punto di riferimento per la stampa italiana (e non solo) su questa vicenda. L'ultimo aggiornamento che arriva dai due circoli del Cigno Verde dell'Arcipelago Toscano e di Festambiente, che dal momento della notizia del naufragio lavorano insieme per seguire il disastro della "Concordia" sottolinea che "È di fondamentale importanza proseguire nell'opera di soccorso per salvare quante più vite sia possibile".

Legambiente apprezza e sottolinea l'instancabile opera svolta dai soccorsi che sta continuando a svolgersi in queste ore. Il recupero della nave Concordia, la sua messa in sicurezza e lo svuotamento dal carburante, rappresentano sicuramente uno dei più grandi e difficili casi di questo tipo nella storia dell'umanità. L'instabilità della nave e le condizioni del mare sono le principali incognite, soprattutto perché le operazioni per togliere le 2380 tonnellate di carburante hanno tempi estremamente lunghi: dai tre ai quattordici giorni.


Fonte: La Stampa
Via: Greenreport
Foto 1: Bantito
Foto 2: Bantito
Foto 3: Blueshark

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