Pirateria: Fbi chiude Megaupload, Anonymous attacca sito Giustizia


I procuratori federali della Virginia hanno disattivato uno dei maggiori siti di file-sharing del mondo, Megaupload.com e arrestato quattro persone con l’accusa di avere violato le leggi sulla pirateria. L'Fbi sostiene che migliaia di utenti scaricavano dal sito film e software piratati.  

Il dipartimento di Giustizia americano, in un comunicato, ha annunciato che il numero uno del sito, Kim Schmitz, 37 anni residente ad Hong-Kong, è stato arrestato in Nuova Zelanda insieme ad altri tre dirigenti del cyber-colosso. Secondo la polizia federale statunitense, Megaupload.com ha generato 175 milioni di dollari di profitti illeciti e ha causato "oltre mezzo miliardo di danni" ai titolari dei diritti.

La decisione è stata messa in atto il giorno dopo che Wikipedia e diversi altri siti Web si sono mobilitati auto-oscurandosi per protestare contro due proposte di legge, mirate a colpire la pirateria online sui film con copyright e sui programmi tv. Su Twitter è scattata la rivolta degli utenti, e in pochi minuti l'hashtag #megaupload è balzato in vetta tra i "trending topics". 

Il sito è di proprietà della Megaupload-Limited e negli anni è diventato il centro per chi scarica contenuti da Internet, dalle canzoni ai film. La storia di Megaupload è unica, perchè moltissimi artisti, negli anni, hanno dichiarato di usare il sito per scaricare dal Web.

Per il Washington Post, Megaupload è tredicesimo nella classifica dei siti più consultati del mondo. E dopo la chiusura di Megaupload.com e del sito gemello Megavideo.com, i pirati informatici del gruppo internazionale Anonymous hanno attaccato il sito Web del dipartimento della giustizia degli Stati Uniti (DoJ) in segno di rappresaglia. 

Altre fonti affermano che gli stessi hacker hanno rivendicato di aver attaccato anche i siti web del "Recording Industry of America", della "Motion Picture Association of America" e della "Universal Music". Una situazione in costante evoluzione, che dà l’impressione di essere tutt’altro che finita.


Fonte: Tg 1
Via: La Stampa

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