L'Iran sta montando nuove misure repressive di espressione su Internet, comprese le norme che impongono livelli di sorveglianza nei popolari Internet café del paese, in quanto la politica di Teheran è sotto crescenti tensioni provocate da crisi economica e minacce di ulteriori sanzioni internazionali. A parlarne è il Wall Street Journal.
Nella mossa più radicale, l'Iran ha emanato i regolamenti dando agli Internet café 15 giorni per installare telecamere di sicurezza, cominciare a raccogliere informazioni personali dettagliate sui clienti e le impronte degli utenti online. Fino ad oggi, i cybercafé dell'Iran sono stati un pilastro per la cultura giovanile della maggior parte delle città e dei quartieri, utilizzati non solo dagli attivisti ma anche da altri iraniani che credono che la sicurezza dei loro computer di casa è già compromessa.
Gli utenti iraniani inoltre hanno segnalato che sono stati bloccati più siti questa settimana, così come le nuove barriere per l'accesso ai servizi di social networking. A questo proposito, l'ayatollah iraniano Lotfollah Safi-Golpaygani, ha stabilito che Facebook è anti islamico e il suo uso rappresenta un peccato per i musulmani. Anche le connessioni internet sono impantanate.
Gli araldi del rallentamento della Rete pensano al probabile arrivo di un'iniziativa iraniana, che starebbe preparando una intranet halal domestica (chiamata "Clear Web") per isolare i propri cittadini dalla ideologia occidentale, ed eventualmente sostituire Internet. Il rallentamento di questa settimana è avvenuto in mezzo a prove dell'intranet iraniana, secondo i resoconti dei media nazionali, che hanno citato un portavoce di una compagnia di computer.
Hanno detto che la Intranet è impostata per essere realizzata in poche settimane. Nel loro insieme, le mosse rappresentano i più adaci tentativi dell'Iran di controllare i flussi di informazioni online, una spina permanente nel fianco della classe dirigente politica di Teheran in quanto attivisti hanno usato Internet per pianificare le proteste di massa, contro quella che hanno considerato come elezione truccata che hanno restituito il presidente Mahmoud Ahmadinejad al potere nel 2009.
La videosorveglianza porta inoltre l'Iran all'avanguardia nelle nazioni che cercano di tenere sotto controllo l'uso di Internet. Le nuove norme in materia di cybercafé, rilasciate dalla cyberpolizia e pubblicate Mercoledì scorso in diversi giornali iraniani, richiedono ai clienti di fornire il proprio nome, nome del padre, indirizzo, telefono e numeri di identificazione nazionale, prima di accedere.
Alle sedi sarà necessario installare telecamere di sicurezza che permetteranno al governo di far corrispondere agli utenti i computer che hanno usato. Essi dovranno inoltre conservare la cronologia di navigazione di ciascun utente, tra cui gli indirizzi IP di ogni pagina internet visitata. Questi dati, insieme alle immagini video, dovranno essere salvati per sei mesi e su richiesta forniti alla cyberpolizia iraniana, secondo il regolamento. Su Twitter intanto corre la notizia di Clean Web.
Via: Wall Street Journal
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